sabato 23 ottobre 2010

Comunicato stampa su Jabil-Competence

Ieri (22 ottobre) è stato organizzato un picchetto davanti ai cancelli di Nokia-Siemens-Jabil, per protestare contro la sospensione di sei giorni comminata con un pretesto a due lavoratori Competence (ex Jabil), delegati sindacali FIOM.
La crisi di quell'area procede a passi spediti, anche sull'onda dei Marchionne nostrani. A Cassina come a Melfi, ai lavoratori ingiustamente vessati va la nostra piena solidarietà.
Ma la politica dov'è?
Dopo il consiglio comunale di settembre, dopo la "protesta delle magliette" per richiedere il consiglio comunale aperto, l'amministrazione tace ancora, rinviando sine die l'argomento.
Ormai siamo quasi a fine anno, e le firme di tanti cassinesi depositate ad inizio anno sono ancora in attesa di risposta.
Noi di SEL ci poniamo alcune domande:
1- perché l'amministrazione tarda ancora a convocare il consiglio comunale aperto, visto che ne sono previsti da statuto due all'anno e ancora non se n'è svolto nessuno?
2- qual'é l'intenzione dell'amministrazione in ottica PGT sulle aree di Nokia-Siemens? Vuole vincolarle ad un uso industriale, come votato in un ordine del giorno e come chiediamo noi, oppure ha altri progetti che sarebbero pagati con la perdita di un migliaio di posti di lavoro?
Per esempio non vincoleranno l'area e qualcuno ha forse già pronto qualche progetto di urbanizzazione, magari fecendo uno spezzatino e scorporando la parte di terreno che confina con il naviglio?
3- che fine ha fatto il "Sindaco-deputato" della campagna elettorale? Perché non ha ancora sollevato la questione Nokia-Siemens a Roma? Perché non porta a Cassina il ministro dello sviluppo economico?

Nei fatti il sindaco D'Amico è più a Roma che a Cassina, impegnato a votare nei tantissimi voti di fiducia che il governo chiede alla Camera. Non solleva la questione perché la sensibilità della coalizione di centrodestra verso il lavoro è pari a zero, contano solo le ronde e la propaganda sugli immigrati. Il territorio, a dispetto degli slogan, viene sempre all'ultimo posto in barba al bene dei lavoratori e della comunità tutta.
La soluzione del problema passa solo per l'intervento pubblico:
- far pagare il prezzo politico a Nokia-Siemens per la fuga, costringendola a cedere l'area dello stabilimento allo Stato;
- accordo tra enti locali, Stato, Università (Politecnico in particolare) per far diventare il sito un centro di ricerca nazionale sulle telecomunicazioni (attività che adesso già viene svolta);
- incentivi per nuove imprese che, partendo dalle ricerche svolte, nella stessa area avviino la produzione, salvaguardando l'occupazione.
Il percorso è difficile, ma soltanto così si rilancia un'attività che ha un futuro perche' basata sull'alta tecnologia.
Una cosa è certa: noi di SEL continueremo a porre la questione.

Alessandro Simeone
Sinistra Ecologia Libertà - Cassina De' Pecchi