Nokia-Siemens e Jabil: le responsabilità hanno un solo colore, verde come la vergogna.
Ci fa piacere che il Sindaco di Cassina De' Pecchi, in una intervista al giornale "Libero", dichiari che è sconcertato per la decisione di Jabil di chiudere lo stabilimento cassinese. Ma queste dichiarazioni, evidentemente di facciata, non cancellano le responsabilità politiche sue e del partito, la Lega Nord, che rappresenta.
Facciamo un po' di chiarezza.
A fine febbraio 2011 è stato convocato un consiglio comunale aperto sulla vicenda Nokia-Siemens e Jabil. Questo a seguito di una raccolta di oltre trecento firme tra la cittadinanza effettuata da noi di SEL e dalle altre forze politiche d'opposizione a Cassina, depositate nel marzo 2010. Il rinvio è stato giustificato dal Sindaco, che è anche deputato della Lega Nord, con la necessità di recuperare le necessarie informazioni d presentare poi durante il consiglio comunale.
Durante la seduta del consiglio, che ha visto la partecipazione di una nutrita delegazione dei lavoratori, una rappresentanza del sindacato, dei consiglieri regionali Cremonesi (SEL) e Pizzul (PD) è stata illustrata la situazione drammatica dello stabilimento e la necessità di opporsi all'intento speculativo di Nokia-Siemens , proprietaria dell'area, vincolando il sito ad area industriale nel futuro PGT. L'onorevole Sindaco, davanti ad una sala consiliare piena, ha dichiarato che è impossibile fermare una multinazionale che è intenzionata ad andarsene all'estero, e che l'amministrazione non può permettersi di fare crescere i rovi in uno stabilimento abbandonato, giustificando implicitamente una variazione di destinazione d'uso dell'area. Inoltre, ha dichiarato, smentendo se stesso, che già a fine 2009, in una riunione ministeriale a cui lui aveva partecipato, era stata dichiarata da NSN la volontà di chiudere lo stabilimento cassinese. Successivamente, la politica della sua maggioranza non è cambiata, rifiutando l'approvazione di ordini del giorno che prevedessero il vincolo sull'area.
La sua azione, politicamente irresponsabile, ha fatto perdere tempo prezioso ai lavoratori e alla comunità cassinese, e ha aperto definitivamente la strada a quello che si sta verificando in questi giorni. NSN ha tagliato tutti gli ordini a Jabil, che quindi è costretta a chiudere. Ha rimosso l'insegna dalla facciata dello stabilimento. Ha avviato le procedure per spostare l'ultimo pezzo di ricerca a Shanghai. Ha definito una road map per spostare l'attività rimanente nel'area in locazione del Cassina Plaza, liberando l'area dello storico stabilimento per una quasi certa speculazione edilizia.
Tutti gli attori istituzionali coinvolti hanno lo stesso colore politico. Il Sindaco di Cassina, parlamentare della Lega Nord. L'assessore regionale Gibelli, sempre della Lega, che continua a bloccare gli investimenti sulla banda larga, pare per un accordo di massima con i cinesi di Huawei. Il ministro per lo sviluppo economico, Romani, del PDL, che consente che l'Italia perda l'ennesimo pezzo di alta tecnologia e di eccellenza.
In Germania, di fronte ad un analogo tentativo di NSN di chiudere uno stabilimento tedesco, il governo Merkel ha preteso la restituzione di circa 50 milioni di euro di fondi nazionali erogati in varie forme (tra cui la cassa integrazione). In Francia, di fronte alla chiusura di uno stabilimento dell'indotto automobilistico di una multinazionale americana, il governo Sarkozy si è costituito in giudizio per danni contro la multinazionale, ed inoltre ha invitato i gruppi Renault e PSA ad interrompere qualunque fornitura con la predetta azienda.
Da noi, invece, chi a parole difende il territorio e il "nord" specula sulla chiusura degli stabilimenti, fa accordi per comprare dai cinesi ciò che viene prodotto da altri in Lombardia, assiste in silenzio alla distruzione del nostro tessuto industriale.
Ma una cosa è certa: i cittadini sanno benissimo i nomi e i cognomi dei responsabili. E se ne ricorderanno, al momento del voto.
Fanno tutti, forse, ancora in tempo a cambiare il loro atteggiamento.
Che il Sindaco convochi un consiglio comunale straordinario per vincolare l'area ad uso industriale e per minacciare l'esproprio di fronte ad una dismissione non concordata;
che la Regione sblocchi immediatamente i fondi per la banda larga in Lombardia, vincolandoli all'occupazione sul suolo lombardo;
che il Governo pretenda, in caso di definitivo abbandono da parte di NSN, la cessione gratuita dell'intero sito industriale, e avvii, insieme ad altri attori istituzionali e di ricerca, un polo TLC di ricerca e d'incubazione d'impresa sull'area dello stabilimento, garantendo all'interno del progetto un ruolo per il gruppo della produzione attualmente in capo a Jabil.
Tutto questo si può fare, basta la volontà politica. L'inerzia comporta in capo ai referenti istituzionali l'intera responsabilità della chiusura dello stabilimento NSN-Jabil e della perdita di 1200 posti di lavoro.
Per Sinistra Ecologia Libertà - circolo di Cassina De' Pecchi
il coordinatore cittadino
Alessandro Simeone
ALLEGATO:
intervista al Sindaco di Cassina De' Pecchi sul quotidiano Libero:
http://www.libero-news.it/news/832842/Jabil-Lega-no-a-chiusura-stabilimento-di-Cassina-de--Pecchi.html
giovedì 29 settembre 2011
mercoledì 28 settembre 2011
riceviamo e pubblichiamo: COMUNICATO STAMPA FIOM NAZIONALE
COMUNICATO STAMPA
Jabil. Bellavita (Fiom): “Inaccettabile e vergognoso piano di dismissione a tappe della multinazionale Usa dall'Italia. A rischio 1.100 posti di lavoro”
Sergio Bellavita, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore Ict, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
“Jabil, multinazionale Usa attiva nel campo dell'elettronica, getta la maschera. Oggi, al tavolo aperto a Roma presso il ministero dello Sviluppo Economico, la Direzione di Jabil ha annunciato la chiusura degli stabilimenti di Cassina de’ Pecchi (Milano) e di Bergamo, mentre, per quanto riguarda quello di Marcianise (Caserta), si è limitata a formulare molte promesse senza assumere nessun impegno concreto sul rientro di nuove produzioni.”
“Ci troviamo quindi di fronte a un vero e proprio piano di dismissioni che consideriamo inaccettabile. E ciò tanto più se si considera che Jabil, senza averlo minimamente accennato al tavolo ministeriale, ha avviato le procedure dei licenziamenti per la chiusura dei due stabilimenti pochi minuti dopo l’incontro. Chiediamo quindi il ritiro immediato di tali procedure e l'apertura di un confronto per la costruzione di un progetto industriale alternativo.”
“In realtà, è a rischio l’occupazione di tutti i dipendenti di Jabil Italia; sono cioè a rischio 1.100 posti di lavoro. Dal piano presentato dal management dell’Azienda, appare infatti evidente la volontà di dismettere a tappe la presenza della multinazionale Usa dal nostro Paese.”
“Chiamiamo tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori alla lotta per salvare l'occupazione e gli stabilimenti del Gruppo. Al Governo chiediamo che i vertici di Jabil siano chiamati a rispondere delle loro responsabilità. Si tratta infatti di quegli stessi vertici che, nel tracollo economico di Competence, l’Azienda subentrata dopo il precedente disimpegno di Jabil, si erano presentati come i salvatori dell'Azienda, pronti a investimenti concreti e a portare in Italia produzioni aggiuntive.”
“Il proliferare di crisi aziendali e il loro concatenarsi rende sempre più evidente la necessità di un impegno diretto dello Stato con l'obiettivo di rimettere al centro dell'iniziativa economica una vera politica industriale.”
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 28 settembre 2011
riceviamo e pubblichiamo: COMUNICATO FIOM MILANO
JABIL
PER NATALE L’AZIENDA VUOLE REGALARE AI LAVORATORI
LA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO DI CASSINA.
CONTINUA IL PRESIDIO, CONTINUA LA LOTTA
“… si comunica che l’azienda Jabil Cm Srl (…) si trova costretta a procedere al licenziamento collettivo per cessazione completa di attività per un totale di 325 dipendenti, corrispondenti all’intero organico in forza presso l’Unità di Cassina de’ Pecchi.”: la comunicazione è arrivata via fax alle 15.35 di oggi.
Mentre a Roma era in corso l’incontro in cui l’azienda avrebbe dovuto illustrare il proprio piano industriale - considerato inaccettabile persino dal ministero, che si è impegnato a riconvocare Jabil – era già stata scritta la procedura che cancella centinaia di lavoratrici e lavoratori e trasforma lo stabilimento di Cassina in una bella area dismessa su cui speculare.
Per la multinazionale che aveva prima venduto e poi, a sorpresa, riacquistato a febbraio l’azienda, la sorte dei lavoratori è irrilevante: questo già lo sapevamo.
Ma in questo paese le imprese sono libere a tal punto da considerare irrilevante persino il Ministero dello Sviluppo Economico.
Con Regione Lombardia il problema neppure si pone: non solo Jabil, ma nessuna impresa ha mai dovuto rendere conto ai vertici lombardi di quel che faceva o disfava. Questo è “porto franco”, qui possono chiudere stabilimenti, decentrare, licenziare senza alcun problema.
Chiediamo al Governatore Formigoni - che finora ha assistito alla cancellazione di migliaia di posti di lavoro senza battere ciglio - e al vice presidente della Giunta nonché assessore all’industria - dal quale ad oggi abbiamo ricevuto solo promesse - di convocare finalmente un tavolo per discutere del sistema delle telecomunicazioni e, quindi, del futuro degli stabilimenti e dell’occupazione in questo territorio.
Le lavoratrici e i lavoratori di Jabil da mesi presidiano l’azienda, siamo con loro: continuiamo la lotta.
Milano, 28 settembre 2011
FIOM MILANO
COMUNICATO STAMPA: Sostegno ai lavoratori Jabil
Abbiamo appreso che questa mattina all'incontro presso il Ministero dello sviluppo economico è stata annunciata da parte di Jabil l'intenzione di chiudere entro il 12 dicembre 2011 ogni attività dello stabilimento di Cassina De' Pecchi.
Esprimiamo tutta la nostra vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie. Siamo pronti a sostenere tutte le forme di lotta che i lavoratori decidessero di intraprendere, e continueremo, fino all'ultimo, a fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per cercare di evitare che questo tragico epilogo si concretizzi.
Per Sinistra Ecologia Libertà - circolo di Cassina De' Pecchi
Il coordinatore cittadino
Alessandro Simeone
Esprimiamo tutta la nostra vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie. Siamo pronti a sostenere tutte le forme di lotta che i lavoratori decidessero di intraprendere, e continueremo, fino all'ultimo, a fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per cercare di evitare che questo tragico epilogo si concretizzi.
Per Sinistra Ecologia Libertà - circolo di Cassina De' Pecchi
Il coordinatore cittadino
Alessandro Simeone
mercoledì 7 settembre 2011
Sosteniamo i lavoratori di Nokia-Siemens e Jabil: spediamo una cartolina all'AD di Nokia
SEL Cassina sostiene la campagna delle cartoline in favore dei lavoratori di Nokia-Siemens e Jabil di Cassina De' Pecchi.
Si tratta di spedire all'amministratore delegato di Nokia Stephen Elop delle cartoline in cui si chiede un futuro per lo stabilimento cassinese.
Per acquistare le cartoline (che hanno un costo di 1€, di cui 0,75€ di francobollo) scrivete a cassina@selmilano.it
Oppure acquistate online:
Nota: l'acquisto online prevede un sovrapprezzo di 0,50€ per transazione al fine di coprire i costi di Paypal.
Sostienici anche su Facebook: clicca qui
Pubblichiamo di seguito una sintesi della storia e dello stato attuale dello stabilimento, gentilmente fornitoci dalla RSU FIOM-CGIL, che ringraziamo.
Si tratta di spedire all'amministratore delegato di Nokia Stephen Elop delle cartoline in cui si chiede un futuro per lo stabilimento cassinese.
Per acquistare le cartoline (che hanno un costo di 1€, di cui 0,75€ di francobollo) scrivete a cassina@selmilano.it
Oppure acquistate online:
Nota: l'acquisto online prevede un sovrapprezzo di 0,50€ per transazione al fine di coprire i costi di Paypal.
Blog dell'iniziativa: nokiacassina.blogspot.com
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Pubblichiamo di seguito una sintesi della storia e dello stato attuale dello stabilimento, gentilmente fornitoci dalla RSU FIOM-CGIL, che ringraziamo.
Sintesi
situazione Nokia Siemens - Jabil
Sono passati oltre 4 anni dalla joint venture tra Nokia e Siemens
che ha dato vita a Nokia Siemens Networks Italia (NSN).
In questo lasso di tempo, tra
incentivi all’esodo, mobilità, cessione delle
produzioni (700/800 persone) e di attività definite dall’azienda non
strategiche, 2000 lavoratori sono stati espulsi, esternalizzati o ceduti dall’azienda i dipendenti quindi sono
passati da 3000 agli attuali 1000.
Gennaio 2008
A seguito di una durissima
vertenza che ci ha visto nettamente contrari alla cessione (o outsourcing) delle produzioni, operazione decisiva per la
rottura della ”catena del valore” che avrebbe messo in discussione la tenuta
complessiva dell’azienda, è stata raggiunta un’intesa presso la Presidenza del Consiglio
dei Ministri con la quale:
Ø NSN si
impegnava a mantenere
in piena attività i siti italiani, a mantenere e potenziare la Ricerca e
Sviluppo, a garantirne l’occupazione ed ad affidare a Jabil (multinazionale
Americana acquisitrice dei reparti produttivi i nuovi prodotti e le nuove
prototipazioni;
Ø Jabil si impegnava a garantire i
livelli occupazionali e il mantenimento e il rilancio industriale dei siti
attraverso la ricerca di nuovi clienti.
Fine del 2008
NSN ha iniziato ha ridurre la
propria presenza, attraverso il ricorso sistematico agli esodi “spontanei”
incentivati ed operazioni di cessione di rami d’azienda.
Il sito di ricerca e sviluppo per la parte di
radiomobile a Cinisello Balsamo (Milano)
Nel 2007 nel settore ricerca
e sviluppo di Cinisello lavoravano circa 900 persone, tra collaboratori esterni
e dipendenti, a maggio 2010 NSN ha chiuso il sito e trasferito il personale
“superstite” (184 lavoratori), attraverso una procedura di cessione di ramo
d’azienda, ad una società che si occupa di consulenza nel settore di
sviluppo software.
Il sito di ricerca e sviluppo Cassina De’ Pecchi
(Milano).
Nel 2007 lo stabilimento contava
circa 1200 dipendenti e produceva più del 20% del consumo mondiale dei Ponti
Radio (MicroWave).
Ogni anno immetteva sul mercato nuovi prodotti o
nuovi aggiornamenti di prodotto.
Aveva una forza vendita specifica MicroWave rispetto
a quella attuale, generica, di NSN.
C’era all’interno tutta la filiera : progettazione, prototipazione
, produzione, vendita e manutenzione.
Ufficialmente NSN indica quello di Cassina come sito
di riferimento mondiale per il MicroWave.
In realtà:
Ø E’ stata ceduta a Jabil la fabbrica,
mentre NSN ha avviato la produzione di un nuovo prodotto in una ex fabbrica
Siemens in Germania ed è stata approntato ultimamente
un nuovo sito produttivo in India.
Ø E’ stata perseguita una politica di ridimensionamento
dei ricercatori e la totale scomparsa del personale che si occupava della
commercializzazione all’ estero.
Ø Una parte del prodotto (IDU) molto
importante e strategica delle attività di ricerca è stata trasferita a Shangai, dove è stato
creato un polo di ricerca e sviluppo che ad oggi dopo due anni dall’ apertura
occupa più di un centinaio di
ricercatori
Ø E’ stato creato un reparto “confino”
(Support Function), ufficialmente per trasferire le competenze a Shangai, ma di
fatto per fare un contenitore di lavoratori della ricerca predisponendo così la
loro fuoriuscita . isolandoli utilizzando forti pressioni psicologiche , come la richiesta
di cassa integrazione, motivata da una non ben definita crisi congiunturale di
mercato.
Ø E’ stata deciso di “abbandonare la
sede storica (di proprietà) a Cassina dè Pecchi per trasferirsi in una unica sede in affitto in un centro direzionale .
Ø NSN
sta valutando di cedere anche la ricerca e sviluppo del Microwave
concludendo in questo modo la trasformazione di questo sito da “Centro di
Competenza Internazionale” a semplice
“Local Company” distruggendo definitivamente quanto costruito faticosamente e
orgogliosamente in 50 anni ..
I Siti Produttivi Jabil Competence
Jabil
A metà 2010 Jabil vende a Competence (società del
fondo Mercatech) i siti produttivi italiani totalizzando purtroppo in soli 7
mesi ben 70 milioni di euro di debiti. A seguito dell’udienza del Tribunale di
Milano che avrebbe dovuto sancire lo stato di insolvenza di Competence con la
conseguente messa in amministrazione straordinaria ; Jabil inaspettatamente
ritorna proprietaria dell’intero pacchetto azionario di Competence .
Ci auguriamo che questa bizzarra e onerosa mossa della
multinazionale americana prefiguri la reale intenzione di tornare a investire
nel nostro paese dal punto di vista industriale. Ma il presente e il domani non
si gioca sulle dichiarazioni rassicuranti e sulle buone intenzioni espresse.
Per il sindacato "è indispensabile che la 'nuova' proprietà presenti un piano industriale credibile
rispetto al rilancio dell’attività e alla salvaguardia di tutti i posti di
lavoro. Fino a quando questo non accadrà, le lavoratrici e i lavoratori di
Cassina de Pecchi, resteranno in assemblea con presidio permanente
Alcune considerazioni finali:
La scelta della multinazionale di cedere le
produzioni, scorporare parti considerate non strategiche, smantellare la forza
di vendita specifica, trasferire parte della ricerca a Shangai, non avviare
ricerche per nuovi prodotti, cancellerà un patrimonio industriale e
professionale che per oltre mezzo secolo ha portato l’azienda ad essere leader
mondiale del mercato delle telecomunicazioni.
A Cassina ci sono ancora le competenze per ritornare sul
mercato Microwave a pieno titolo, purchè la multinazionale compia scelte
diverse che passino dal rilancio di nuovi prodotti atti a restituire capacità
produttiva a tutte le società presenti nel sito e dalla ripresa dei rapporti con
l’università e con il territorio, recuperando la ricerca e sviluppo proprio sui nuovi progetti strategici
riprendendo così un ruolo nel settore delle telecomunicazioni a livello
mondiale.
NSN non può continuare a guardare solo i risultati
finanziari a breve termine senza avere un progetto a medio/lungo termine se non
quello mai dichiarato di totale dismissione .
Anche rispetto agli investimenti Governativi (statali
e regione Lombardia) sul digital divide e la banda larga, la tecnologia dei
ponti radio sviluppata e prodotta a Cassina può integrare le connessioni in
fibra ottica in alcune zone del nostro
paese (montagne, colline, zone isolate) limitando drasticamente i costi.
Per questo i lavoratori contestano la strategia aziendale
che prevede lo smantellamento graduale di NSN e JABIL , la perdita di risorse e
competenze, la “distruzione” graduale di un patrimonio industriale così
importante per il paese.
RSU FIOM NSN Cassina Dè Pecchi (Milano)
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