giovedì 29 settembre 2011

COMUNICATO STAMPA: Nokia-Siemens e Jabil: le responsabilità hanno un solo colore, verde come la vergogna.

Nokia-Siemens e Jabil: le responsabilità hanno un solo colore, verde come la vergogna. 


Ci fa piacere che il Sindaco di Cassina De' Pecchi, in una intervista al giornale "Libero", dichiari che è sconcertato per la decisione di Jabil di chiudere lo stabilimento cassinese. Ma queste dichiarazioni, evidentemente di facciata, non cancellano le responsabilità politiche sue e del partito, la Lega Nord, che rappresenta.
Facciamo un po' di chiarezza. 
A fine febbraio 2011 è stato convocato un consiglio comunale aperto sulla vicenda Nokia-Siemens e Jabil. Questo a seguito di una raccolta di oltre trecento firme tra la cittadinanza effettuata da noi di SEL e dalle altre forze politiche d'opposizione a Cassina, depositate nel marzo 2010. Il rinvio è stato giustificato dal Sindaco, che è anche deputato della Lega Nord, con la necessità di recuperare le necessarie informazioni d presentare poi durante il consiglio comunale. Durante la seduta del consiglio, che ha visto la partecipazione di una nutrita delegazione dei lavoratori, una rappresentanza del sindacato, dei consiglieri regionali Cremonesi (SEL) e Pizzul (PD) è stata illustrata la situazione drammatica dello stabilimento e la necessità di opporsi all'intento speculativo di Nokia-Siemens , proprietaria dell'area, vincolando il sito ad area industriale nel futuro PGT. L'onorevole Sindaco, davanti ad una sala consiliare piena, ha dichiarato che è impossibile fermare una multinazionale che è intenzionata ad andarsene all'estero, e che l'amministrazione non può permettersi di fare crescere i rovi in uno stabilimento abbandonato, giustificando implicitamente una variazione di destinazione d'uso dell'area. Inoltre, ha dichiarato, smentendo se stesso, che già a fine 2009, in una riunione ministeriale a cui lui aveva partecipato, era stata dichiarata da NSN la volontà di chiudere lo stabilimento cassinese. Successivamente, la politica della sua maggioranza non è cambiata, rifiutando l'approvazione di ordini del giorno che prevedessero il vincolo sull'area. La sua azione, politicamente irresponsabile, ha fatto perdere tempo prezioso ai lavoratori e alla comunità cassinese, e ha aperto definitivamente la strada a quello che si sta verificando in questi giorni. NSN ha tagliato tutti gli ordini a Jabil, che quindi è costretta a chiudere. Ha rimosso l'insegna dalla facciata dello stabilimento. Ha avviato le procedure per spostare l'ultimo pezzo di ricerca a Shanghai. Ha definito una road map per spostare l'attività rimanente nel'area in locazione del Cassina Plaza, liberando l'area dello storico stabilimento per una quasi certa speculazione edilizia. Tutti gli attori istituzionali coinvolti hanno lo stesso colore politico. Il Sindaco di Cassina, parlamentare della Lega Nord. L'assessore regionale Gibelli, sempre della Lega, che continua a bloccare gli investimenti sulla banda larga, pare per un accordo di massima con i cinesi di Huawei. Il ministro per lo sviluppo economico, Romani, del PDL, che consente che l'Italia perda l'ennesimo pezzo di alta tecnologia e di eccellenza. In Germania, di fronte ad un analogo tentativo di NSN di chiudere uno stabilimento tedesco, il governo Merkel ha preteso la restituzione di circa 50 milioni di euro di fondi nazionali erogati in varie forme (tra cui la cassa integrazione). In Francia, di fronte alla chiusura di uno stabilimento dell'indotto automobilistico di una multinazionale americana, il governo Sarkozy si è costituito in giudizio per danni contro la multinazionale, ed inoltre ha invitato i gruppi Renault e PSA ad interrompere qualunque fornitura con la predetta azienda. Da noi, invece, chi a parole difende il territorio e il "nord" specula sulla chiusura degli stabilimenti, fa accordi per comprare dai cinesi ciò che viene prodotto da altri in Lombardia, assiste in silenzio alla distruzione del nostro tessuto industriale. 
Ma una cosa è certa: i cittadini sanno benissimo i nomi e i cognomi dei responsabili. E se ne ricorderanno, al momento del voto. 
Fanno tutti, forse, ancora in tempo a cambiare il loro atteggiamento. 
Che il Sindaco convochi un consiglio comunale straordinario per vincolare l'area ad uso industriale e per minacciare l'esproprio di fronte ad una dismissione non concordata; 
che la Regione sblocchi immediatamente i fondi per la banda larga in Lombardia, vincolandoli all'occupazione sul suolo lombardo; 
che il Governo pretenda, in caso di definitivo abbandono da parte di NSN, la cessione gratuita dell'intero sito industriale, e avvii, insieme ad altri attori istituzionali e di ricerca, un polo TLC di ricerca e d'incubazione d'impresa sull'area dello stabilimento, garantendo all'interno del progetto un ruolo per il gruppo della produzione attualmente in capo a Jabil. Tutto questo si può fare, basta la volontà politica. L'inerzia comporta in capo ai referenti istituzionali l'intera responsabilità della chiusura dello stabilimento NSN-Jabil e della perdita di 1200 posti di lavoro. 


Per Sinistra Ecologia Libertà - circolo di Cassina De' Pecchi 
il coordinatore cittadino 
Alessandro Simeone 




 ALLEGATO: intervista al Sindaco di Cassina De' Pecchi sul quotidiano Libero: 
http://www.libero-news.it/news/832842/Jabil-Lega-no-a-chiusura-stabilimento-di-Cassina-de--Pecchi.html

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi potresti spiegare meglio la questione dell banda larga che citi nel racconto della situazione?