giovedì 29 settembre 2011

COMUNICATO STAMPA: Nokia-Siemens e Jabil: le responsabilità hanno un solo colore, verde come la vergogna.

Nokia-Siemens e Jabil: le responsabilità hanno un solo colore, verde come la vergogna. 


Ci fa piacere che il Sindaco di Cassina De' Pecchi, in una intervista al giornale "Libero", dichiari che è sconcertato per la decisione di Jabil di chiudere lo stabilimento cassinese. Ma queste dichiarazioni, evidentemente di facciata, non cancellano le responsabilità politiche sue e del partito, la Lega Nord, che rappresenta.
Facciamo un po' di chiarezza. 
A fine febbraio 2011 è stato convocato un consiglio comunale aperto sulla vicenda Nokia-Siemens e Jabil. Questo a seguito di una raccolta di oltre trecento firme tra la cittadinanza effettuata da noi di SEL e dalle altre forze politiche d'opposizione a Cassina, depositate nel marzo 2010. Il rinvio è stato giustificato dal Sindaco, che è anche deputato della Lega Nord, con la necessità di recuperare le necessarie informazioni d presentare poi durante il consiglio comunale. Durante la seduta del consiglio, che ha visto la partecipazione di una nutrita delegazione dei lavoratori, una rappresentanza del sindacato, dei consiglieri regionali Cremonesi (SEL) e Pizzul (PD) è stata illustrata la situazione drammatica dello stabilimento e la necessità di opporsi all'intento speculativo di Nokia-Siemens , proprietaria dell'area, vincolando il sito ad area industriale nel futuro PGT. L'onorevole Sindaco, davanti ad una sala consiliare piena, ha dichiarato che è impossibile fermare una multinazionale che è intenzionata ad andarsene all'estero, e che l'amministrazione non può permettersi di fare crescere i rovi in uno stabilimento abbandonato, giustificando implicitamente una variazione di destinazione d'uso dell'area. Inoltre, ha dichiarato, smentendo se stesso, che già a fine 2009, in una riunione ministeriale a cui lui aveva partecipato, era stata dichiarata da NSN la volontà di chiudere lo stabilimento cassinese. Successivamente, la politica della sua maggioranza non è cambiata, rifiutando l'approvazione di ordini del giorno che prevedessero il vincolo sull'area. La sua azione, politicamente irresponsabile, ha fatto perdere tempo prezioso ai lavoratori e alla comunità cassinese, e ha aperto definitivamente la strada a quello che si sta verificando in questi giorni. NSN ha tagliato tutti gli ordini a Jabil, che quindi è costretta a chiudere. Ha rimosso l'insegna dalla facciata dello stabilimento. Ha avviato le procedure per spostare l'ultimo pezzo di ricerca a Shanghai. Ha definito una road map per spostare l'attività rimanente nel'area in locazione del Cassina Plaza, liberando l'area dello storico stabilimento per una quasi certa speculazione edilizia. Tutti gli attori istituzionali coinvolti hanno lo stesso colore politico. Il Sindaco di Cassina, parlamentare della Lega Nord. L'assessore regionale Gibelli, sempre della Lega, che continua a bloccare gli investimenti sulla banda larga, pare per un accordo di massima con i cinesi di Huawei. Il ministro per lo sviluppo economico, Romani, del PDL, che consente che l'Italia perda l'ennesimo pezzo di alta tecnologia e di eccellenza. In Germania, di fronte ad un analogo tentativo di NSN di chiudere uno stabilimento tedesco, il governo Merkel ha preteso la restituzione di circa 50 milioni di euro di fondi nazionali erogati in varie forme (tra cui la cassa integrazione). In Francia, di fronte alla chiusura di uno stabilimento dell'indotto automobilistico di una multinazionale americana, il governo Sarkozy si è costituito in giudizio per danni contro la multinazionale, ed inoltre ha invitato i gruppi Renault e PSA ad interrompere qualunque fornitura con la predetta azienda. Da noi, invece, chi a parole difende il territorio e il "nord" specula sulla chiusura degli stabilimenti, fa accordi per comprare dai cinesi ciò che viene prodotto da altri in Lombardia, assiste in silenzio alla distruzione del nostro tessuto industriale. 
Ma una cosa è certa: i cittadini sanno benissimo i nomi e i cognomi dei responsabili. E se ne ricorderanno, al momento del voto. 
Fanno tutti, forse, ancora in tempo a cambiare il loro atteggiamento. 
Che il Sindaco convochi un consiglio comunale straordinario per vincolare l'area ad uso industriale e per minacciare l'esproprio di fronte ad una dismissione non concordata; 
che la Regione sblocchi immediatamente i fondi per la banda larga in Lombardia, vincolandoli all'occupazione sul suolo lombardo; 
che il Governo pretenda, in caso di definitivo abbandono da parte di NSN, la cessione gratuita dell'intero sito industriale, e avvii, insieme ad altri attori istituzionali e di ricerca, un polo TLC di ricerca e d'incubazione d'impresa sull'area dello stabilimento, garantendo all'interno del progetto un ruolo per il gruppo della produzione attualmente in capo a Jabil. Tutto questo si può fare, basta la volontà politica. L'inerzia comporta in capo ai referenti istituzionali l'intera responsabilità della chiusura dello stabilimento NSN-Jabil e della perdita di 1200 posti di lavoro. 


Per Sinistra Ecologia Libertà - circolo di Cassina De' Pecchi 
il coordinatore cittadino 
Alessandro Simeone 




 ALLEGATO: intervista al Sindaco di Cassina De' Pecchi sul quotidiano Libero: 
http://www.libero-news.it/news/832842/Jabil-Lega-no-a-chiusura-stabilimento-di-Cassina-de--Pecchi.html

mercoledì 28 settembre 2011

riceviamo e pubblichiamo: COMUNICATO STAMPA FIOM NAZIONALE


COMUNICATO  STAMPA
Jabil. Bellavita (Fiom): “Inaccettabile e vergognoso piano di dismissione a tappe della multinazionale Usa dall'Italia. A rischio 1.100 posti di lavoro”
Sergio Bellavita, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore Ict, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
“Jabil, multinazionale Usa attiva nel campo dell'elettronica, getta la maschera. Oggi, al tavolo aperto a Roma presso il ministero dello Sviluppo Economico, la Direzione di Jabil ha annunciato la chiusura degli stabilimenti di Cassina de’ Pecchi (Milano) e di Bergamo, mentre, per quanto riguarda quello di Marcianise (Caserta), si è limitata a formulare molte promesse senza assumere nessun impegno concreto sul rientro di nuove produzioni.”
“Ci troviamo quindi di fronte a un vero e proprio piano di dismissioni che consideriamo inaccettabile. E ciò tanto più se si considera che Jabil, senza averlo minimamente accennato al tavolo ministeriale, ha avviato le procedure dei licenziamenti per la chiusura dei due stabilimenti pochi minuti dopo l’incontro. Chiediamo quindi il ritiro immediato di tali procedure e l'apertura di un confronto per la costruzione di un progetto industriale alternativo.”
“In realtà, è a rischio l’occupazione di tutti i dipendenti di Jabil Italia; sono cioè a rischio 1.100 posti di lavoro. Dal piano presentato dal management dell’Azienda, appare infatti evidente la volontà di dismettere a tappe la presenza della multinazionale Usa dal nostro Paese.”
“Chiamiamo tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori alla lotta per salvare l'occupazione e gli stabilimenti del Gruppo. Al Governo chiediamo che i vertici di Jabil siano chiamati a rispondere delle loro responsabilità. Si tratta infatti di quegli stessi vertici che, nel tracollo economico di Competence, l’Azienda subentrata dopo il precedente disimpegno di Jabil, si erano presentati come i salvatori dell'Azienda, pronti a investimenti concreti e a portare in Italia produzioni aggiuntive.”
“Il proliferare di crisi aziendali e il loro concatenarsi rende sempre più evidente la necessità di un impegno diretto dello Stato con l'obiettivo di rimettere al centro dell'iniziativa economica una vera politica industriale.”
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 28 settembre 2011

riceviamo e pubblichiamo: COMUNICATO FIOM MILANO


JABIL
PER NATALE L’AZIENDA VUOLE REGALARE AI LAVORATORI 
LA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO DI CASSINA. 
CONTINUA IL PRESIDIO, CONTINUA LA LOTTA
“… si comunica che l’azienda Jabil Cm Srl (…) si trova costretta a procedere al licenziamento collettivo per cessazione completa di attività per un totale di 325 dipendenti, corrispondenti all’intero organico in forza presso l’Unità di Cassina de’ Pecchi.”: la comunicazione è  arrivata via fax alle 15.35 di oggi.
Mentre a Roma era in corso l’incontro in cui l’azienda avrebbe dovuto illustrare il proprio piano industriale - considerato inaccettabile persino dal ministero, che si è impegnato a riconvocare Jabil – era già stata scritta la procedura che cancella centinaia di lavoratrici e lavoratori e trasforma lo stabilimento di Cassina in una bella area dismessa su cui speculare.
Per la multinazionale che aveva prima venduto e poi, a sorpresa, riacquistato a febbraio l’azienda, la sorte dei lavoratori è irrilevante: questo già lo sapevamo.
Ma in questo paese le imprese sono libere a tal punto da considerare irrilevante persino il Ministero dello Sviluppo Economico.
Con Regione Lombardia il problema neppure si pone: non solo Jabil, ma nessuna impresa ha mai dovuto rendere conto ai vertici lombardi di quel che faceva o disfava. Questo è “porto franco”, qui possono chiudere stabilimenti, decentrare, licenziare senza alcun problema.
Chiediamo al Governatore Formigoni -  che finora ha assistito alla cancellazione di migliaia di posti di lavoro senza battere ciglio - e al vice presidente della Giunta nonché assessore all’industria - dal quale ad oggi abbiamo ricevuto solo promesse - di convocare finalmente un tavolo per discutere del sistema delle telecomunicazioni e, quindi, del futuro degli stabilimenti e dell’occupazione in questo territorio. 
Le lavoratrici e i lavoratori di Jabil da mesi presidiano l’azienda, siamo con loro: continuiamo la lotta.
Milano, 28 settembre 2011
FIOM MILANO

COMUNICATO STAMPA: Sostegno ai lavoratori Jabil

Abbiamo appreso che questa mattina all'incontro presso il Ministero dello sviluppo economico è stata annunciata da parte di Jabil l'intenzione di chiudere entro il 12 dicembre 2011 ogni attività dello stabilimento di Cassina De' Pecchi.
Esprimiamo tutta la nostra vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie. Siamo pronti a sostenere tutte le forme di lotta che i lavoratori decidessero di intraprendere, e continueremo, fino all'ultimo, a fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per cercare di evitare che questo tragico epilogo si concretizzi.

Per Sinistra Ecologia Libertà - circolo di Cassina De' Pecchi
Il coordinatore cittadino
Alessandro Simeone

mercoledì 7 settembre 2011

Sosteniamo i lavoratori di Nokia-Siemens e Jabil: spediamo una cartolina all'AD di Nokia

SEL Cassina sostiene la campagna delle cartoline in favore dei lavoratori di Nokia-Siemens e Jabil di Cassina De' Pecchi. 
Si tratta di spedire all'amministratore delegato di Nokia Stephen Elop delle cartoline in cui si chiede un futuro per lo stabilimento cassinese.


Per acquistare le cartoline (che hanno un costo di 1€, di cui 0,75€ di francobollo) scrivete a cassina@selmilano.it





Oppure acquistate online:








Nota: l'acquisto online prevede un sovrapprezzo di 0,50€ per transazione al fine di coprire i costi di Paypal.

Blog dell'iniziativa: nokiacassina.blogspot.com

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Pubblichiamo di seguito una sintesi della storia e dello stato attuale dello stabilimento, gentilmente fornitoci dalla RSU FIOM-CGIL, che ringraziamo.







Sintesi situazione Nokia Siemens - Jabil

Sono passati oltre 4  anni dalla joint venture tra Nokia e Siemens che ha dato vita a Nokia Siemens Networks Italia (NSN).
In questo lasso di tempo, tra incentivi all’esodo,  mobilità, cessione delle produzioni (700/800 persone) e di attività definite dall’azienda non strategiche, 2000 lavoratori sono stati espulsi, esternalizzati  o ceduti dall’azienda i dipendenti quindi sono passati da 3000 agli attuali 1000.

Gennaio 2008
A seguito di una durissima vertenza che ci ha visto nettamente contrari alla cessione (o outsourcing)  delle produzioni, operazione decisiva per la rottura della ”catena del valore” che avrebbe messo in discussione la tenuta complessiva dell’azienda, è stata raggiunta un’intesa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con la quale:

Ø       NSN si impegnava a mantenere in piena attività i siti italiani, a mantenere e potenziare la Ricerca e Sviluppo, a garantirne l’occupazione ed ad affidare a Jabil (multinazionale Americana acquisitrice dei reparti produttivi i nuovi prodotti e le nuove prototipazioni;
Ø       Jabil si impegnava a garantire i livelli occupazionali e il mantenimento e il rilancio industriale dei siti attraverso la ricerca di nuovi clienti.

Fine del 2008
NSN ha iniziato ha ridurre la propria presenza, attraverso il ricorso sistematico agli esodi “spontanei” incentivati ed operazioni di cessione di rami d’azienda.

Il sito di ricerca e sviluppo per la parte di radiomobile a Cinisello Balsamo (Milano)
Nel 2007 nel settore ricerca e sviluppo di Cinisello lavoravano circa 900 persone, tra collaboratori esterni e dipendenti, a maggio 2010 NSN ha chiuso il sito e trasferito il personale “superstite” (184 lavoratori), attraverso una procedura di cessione di ramo d’azienda, ad una società che si occupa di consulenza nel settore di sviluppo software.

Il sito di ricerca e sviluppo Cassina De’ Pecchi (Milano).
Nel 2007 lo stabilimento contava circa 1200 dipendenti e produceva più del 20% del consumo mondiale dei Ponti Radio (MicroWave).
Ogni anno immetteva sul mercato nuovi prodotti o nuovi aggiornamenti di prodotto.
Aveva una forza vendita specifica MicroWave rispetto a quella attuale, generica, di NSN.
C’era all’interno tutta la filiera : progettazione, prototipazione , produzione, vendita e manutenzione.
Ufficialmente NSN indica quello di Cassina come sito di riferimento mondiale per il MicroWave.

In realtà:

Ø       E’ stata ceduta a Jabil la fabbrica, mentre NSN ha avviato la produzione di un nuovo prodotto in una ex fabbrica Siemens in  Germania ed è stata approntato  ultimamente  un nuovo sito produttivo in India.
Ø       E’ stata perseguita una politica di ridimensionamento dei ricercatori e la totale scomparsa del personale che si occupava della commercializzazione  all’ estero.
Ø       Una parte del prodotto (IDU) molto importante e strategica delle attività di ricerca è  stata trasferita a Shangai, dove è stato creato un polo di ricerca e sviluppo che ad oggi dopo due anni dall’ apertura occupa più di un  centinaio di ricercatori
Ø       E’ stato creato un reparto “confino” (Support Function), ufficialmente per trasferire le competenze a Shangai, ma di fatto per fare un contenitore di lavoratori della ricerca predisponendo così la loro fuoriuscita . isolandoli utilizzando  forti pressioni psicologiche , come la richiesta di cassa integrazione, motivata da una non ben definita crisi congiunturale di mercato.
Ø       E’ stata deciso di “abbandonare la sede storica (di proprietà) a Cassina dè Pecchi per trasferirsi in una unica  sede in affitto in un centro direzionale .
Ø       NSN  sta valutando di cedere anche la ricerca e sviluppo del Microwave concludendo in questo modo la trasformazione di questo sito da “Centro di Competenza Internazionale”  a semplice “Local Company” distruggendo definitivamente quanto costruito faticosamente e orgogliosamente in 50 anni ..

I Siti Produttivi Jabil Competence Jabil
A metà 2010 Jabil vende a Competence (società del fondo Mercatech) i siti produttivi italiani totalizzando purtroppo in soli 7 mesi ben 70 milioni di euro di debiti. A seguito dell’udienza del Tribunale di Milano che avrebbe dovuto sancire lo stato di insolvenza di Competence con la conseguente messa in amministrazione straordinaria ; Jabil inaspettatamente ritorna proprietaria dell’intero pacchetto azionario di Competence .
Ci auguriamo che questa bizzarra e onerosa mossa della multinazionale americana prefiguri la reale intenzione di tornare a investire nel nostro paese dal punto di vista industriale. Ma il presente e il domani non si gioca sulle dichiarazioni rassicuranti e sulle buone intenzioni espresse. Per il sindacato "è indispensabile che la 'nuova' proprietà presenti un piano industriale credibile rispetto al rilancio dell’attività e alla salvaguardia di tutti i posti di lavoro. Fino a quando questo non accadrà, le lavoratrici e i lavoratori di Cassina de Pecchi, resteranno in assemblea con presidio  permanente

Alcune considerazioni finali:
La scelta della multinazionale di cedere le produzioni, scorporare parti considerate non strategiche, smantellare la forza di vendita specifica, trasferire parte della ricerca a Shangai, non avviare ricerche per nuovi prodotti, cancellerà un patrimonio industriale e professionale che per oltre mezzo secolo ha portato l’azienda ad essere leader mondiale del mercato delle telecomunicazioni.

A Cassina ci sono ancora le competenze per ritornare sul mercato Microwave a pieno titolo, purchè la multinazionale compia scelte diverse che passino dal rilancio di nuovi prodotti atti a restituire capacità produttiva a tutte le società presenti nel sito e dalla ripresa dei rapporti con l’università e con il territorio, recuperando la ricerca e sviluppo  proprio sui nuovi progetti strategici riprendendo così un ruolo nel settore delle telecomunicazioni a livello mondiale.

NSN non può continuare a guardare solo i risultati finanziari a breve termine senza avere un progetto a medio/lungo termine se non quello mai dichiarato di totale dismissione .

Anche rispetto agli investimenti Governativi (statali e regione Lombardia) sul digital divide e la banda larga, la tecnologia dei ponti radio sviluppata e prodotta a Cassina può integrare le connessioni in fibra ottica  in alcune zone del nostro paese (montagne, colline, zone isolate) limitando drasticamente i costi.

Per questo i lavoratori contestano la strategia aziendale che prevede lo smantellamento graduale di NSN e JABIL , la perdita di risorse e competenze, la “distruzione” graduale di un patrimonio industriale così importante per il paese.





RSU FIOM NSN  Cassina Dè Pecchi (Milano)

venerdì 1 luglio 2011

Giulio Cavalli aderisce a SEL

I compagni e le compagne di Cassina De' Pecchi fanno i loro migliori auguri a Giulio per la nuova esperienza in Sinistra Ecologia Libertà.

Abbiamo avuto l'onore di averlo ospite a Cassina per la chiusura della campagna referendaria, e siamo sicuri che avremo nuove occasioni per lavorare insieme.



Cavalli approda a Sel, in Lombardia si rafforza il cantiere della sinistra

Giulio Cavalli, lasciata Italia dei Valori, approda al Gruppo di Sinistra Ecologia Libertà. Il passaggio è stato ufficializzato oggi in una conferenza stampa congiunta con la capogruppo di Sel Chiara Cremonesi.

"Dopo il voto amministrativo e referendario, segnati da una partecipazione democratica così intensa - spiega il consigliere Cavalli - ho sentito ancor più forte l'urgenza di contribuire attivamente al cantiere della sinistra, per vincere nel Paese e anche in Lombardia, lungo quella sottile linea arancione che già ci ha portati lontano.

Mi sono confrontato con molti miei sostenitori e insieme, in Sel, abbiamo riconosciuto la nostra casa, il luogo che più assomiglia alla nostra storia. Ringrazio Italia dei valori per avermi dato una grande occasione di crescita politica e personale. Le parole di Stefano Zamponi e degli altri consiglieri mi confortano nell'idea di avere costruito una stima reciproca al di là delle posizioni politiche.

Negli ultimi mesi ho maturato l'esigenza di un'assunzione di responsabilità e scelgo di essere parte attiva per costruire una più ampia sinistra. Sono convinto che Sel offra in tal senso gli strumenti necessari.

Già in questo primo anno da consiglieri, con Chiara abbiamo condiviso molte battaglie, toccando con mano e praticando una vicinanza di idee, progetti e obiettivi. E così continueremo a fare".

"Sono molto onorata sia a livello personale che a nome di Sel - ha sottolineato la capogruppo Chiara Cremonesi - per la scelta di Giulio Cavalli. Seguo da molto tempo, ancor prima di questa esperienza in Consiglio, il suo impegno civile e politico. E che ora decida di metterlo a disposizione del cantiere per la sinistra è un gesto generoso e un'ottima notizia.

Da oggi, porteremo avanti insieme le tante iniziative che già ci hanno visti lavorare fianco a fianco e l'attività in Aula, a partire dalla proposta di una nuova legge sull'acqua che recepisca anche a livello regionale l'esito referendario".

lunedì 23 maggio 2011

Cassina per Pisapia


Siamo quasi alla fine di una lunga campagna elettorale.
A Milano, per la prima volta da 15 anni, si va al ballottaggio.
Dalle primarie noi di Sel Cassina abbiamo espresso il nostro sostegno alla candidatura di Giuliano Pisapia. Ora, per l'ultimo sprint, ci impegnamo attivamente supportando gli amici e i compagni di Milano.

Chi volesse affiancarci e collaborare alla campagna elettorale di Giuliano Pisapia ci contatti all'indirizzo email cassina@selmilano.it


4 si per il futuro


























Si è costituito il "Comitato Referendario Cassinese". Il comitato si attiva per sostenere, far conoscere e far partecipare i cittadini al voto dei quattro referendum nazionali indetti per l'11 e il 12 giugno. Due di essi sono mirati a fermare la privatazzazione del servizio idrico, uno è mirato a fermare il ritorno del nucleare, l'ultimo a bloccare il legittimo impedimento. Tutti e quattro i referendum difendono diritti chiave ed universali:

  • fermare la privatizzazione del servizio idrico, afferma il diritto alla vita: l'acqua è indispensabile alla vita, privatizzarne il servizio significa aumentarne il prezzo e limitarne l'accesso in base alle possibilità economiche;
  • fermare il ritorno del nucleare, afferma il diritto alla salute, perché l'ambiente torna ad essere al riparo da una grave minaccia;
  • fermare il legittimo impedimento, afferma che la legge è uguale per tutti, perché le cariche pubbliche non possono diventare pretesto per non giudicare chi ha commesso reato.

Per affermare questi diritti, bisogna votare quattro volte SI'.

Al comitato hanno aderito per ora: la sezione ANPI, Cittadinanza&Cambiamento, cooperativa La Speranza, Italia dei Valori, Lista Civica-Cassina-Sant'Agata, Partito Democratico, Rifondazione Comunista e Sinistra Ecologia Libertà. Altri enti, associazioni, gruppi si possono aggiungere nei prossimi giorni. Il comitato inizia sabato 21 davanti all'UNES la sua attività di informazione ai cittadini, e continuerà sicuramente tutti i venerdì, sabato e domenica, in vari luoghi del paese, fino alla scadenza, venerdì 10 giugno. Per dare una mano, aderire o chiedere informazioni, scrivere a referendumcassina@hotmail.it .

mercoledì 11 maggio 2011

Garantisti coi garantiti, giustizialisti con tutti gli altri

Non è facile fare quattro mesi di carcere da innocente. Ma è ancora più difficile farli e poi continuare a credere nel diritto, nella giustizia.

La storia di Giuliano Pisapia racconta questo. La storia di una persona, ingiustamente accusata ed incarcerata. Che ha continuato a credere nel diritto. Che alla fine è stata assolta. Che ha speso poi tutta la sua vita a difendere gli ultimi, nelle aule di tribunale. Diventando, col suo comportamento prima ancora che con le parole, un esempio vivente del garantismo.

Giuliano, diffamato oggi in tv dalla Moratti, non si è sottratto al processo. Non ha urlato contro i magistrati. Non ha tappezzato Milano con manifesti con scritto "via le BR dalle procure". Giuliano in tribunale ci è andato, si è difeso, prima in Corte d'assise, poi in Corte d'assise d'appello. E ha vinto.

Poi, da quando è uscito, ha cominciato a denunciare quello che ha visto nel carcere: l'oppressione verso gli ultimi, il vuoto del diritto. Da professionista, come avvocato penalista. E da politico, come parlamentare.

Letizia Moratti, invece, oggi ha scoperto il vero volto del berlusconismo. Che non è, e non è mai stato, garantista.

Il berlusconismo è nato, prima che in parlamento, in televisione. Con le dirette di Emilio Fede e Brosio davanti al tribunale di Milano. Con le reti mediaset che costruivano processi mediatici all'intera classe politica. Con la discesa in campo del Capo, per liberare l'Italia dal malcostume e dalla corruzione. Con l'idea (strana a ricordarla ora) di nominare Antonio Di Pietro ministro della Giustizia. Nel 1994.

Il berlusconismo è, nel dna, giustizialista e forcaiolo. Pisapia è l'ultimo, più clamoroso, caso, che segue quello di Boffo, di Fini, e di tanti altri condannati pubblicamente dai media di famiglia prima ancora di entrare in tribunale.

Il berlusconismo diventa garantista solo se si tratta di difendere il Capo. Lui, che ha paura di presentarsi in tribunale. Lui, che ha l'ossessione dei giudici "rossi". Lui, che in quasi tutti i processi è stato prescritto (e non assolto) a seguito di modifiche legislative introdotte dalla sua maggioranza.

Ma i processi in piazza, per tutti gli altri, van bene. Anche se uno è stato dichiarato innocente (e non prescritto o amnistiato) dai tribunali della Repubblica.

Oggi è evidente a tutti. I garantisti siamo noi. Noi che denunciamo la vergogna degli ospedali psichiatrici giudiziari. Noi che non mettiamo in galera un giovane perché tossicodipendente, ma lo curiamo. Noi che, quando sbagliamo, ci dimettiamo, come ha fatto Delbono a Bologna. Noi che non abbiamo paura della magistratura. Noi che ci facciamo mesi di carcere per poi essere assolti. Noi, come Giuliano.


Alessandro Simeone

Moratti, attacco personale a Pisapia il sindaco querelato per diffamazione

"Un ormai ex sindaco che in preda alla disperazione calunnia l'avversario non si era mai visto. Anche in questo caso Letizia Moratti è risultata mal consigliata, male informata e incompetente come nei cinque anni in cui ha mortificato Milano. Non serve scomodare la categoria della delinquenza politica, è molto meno: affermazioni che prive di realtà si ritorcono contro chi le esterna ma che non consentono però neppure più di salvare l'onore che è il bene più grande di chi, in questo caso Letizia Moratti, pur sulla via della sconfitta partecipa ad una contesa elettorale."

Sinistra Ecologia Libertà Milano

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/05/11/news/sky_il_fango_della_moratti_su_pisapia_faccia_a_faccia_senza_stretta_di_mano-16081939/?ref=HREA-1

mercoledì 4 maggio 2011

Nichi Vendola incontra i lavoratori di Nokia-Siemens-Jabil

COMUNICATO STAMPA

Nichi Vendola incontra i lavoratori di Nokia-Siemens-Jabil

L'8 maggio 2011, nella giornata caratterizzata dall'iniziativa a sostegno di Giuliano Pisapia all'arco della pace a Milano, il Presidente della Regione Puglia e Presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola incontrerà una rappresentanza di lavoratori della Nokia-Siemens e Jabil di Cassina De' Pecchi (MI).

Lo stabilimento, attualmente occupato dalle attività di ricerca di Nokia-Siemens nel campo della banda larga e dei ponti radio, e dall'attività di produzione della Jabil, rischia la chiusura a causa del combinato disposto del trasferimento e contemporanea riduzione del personale dell'attività di ricerca, e del progressivo abbandono delle attività da parte della società Jabil, che aveva rilevato la parte di produzione di Nokia-Siemens.

A rischio ci sono 1200 lavoratori.

La vicenda di Nokia-Siemens e Jabil è emblematica del fallimento delle politiche del centrodestra a tutti i livelli: dal sindaco, deputato leghista, che si rifiuta di vincolare ad uso industriale l'area del sito, aprendo così la porta alla speculazione edilizia; passando per la Regione, che dilapida i pochi fondi destinati alla banda larga senza mantenere l'occupazione d'eccellenza già presente in Lombardia; al ministro Romani, che a parole dice di puntare nell'alta tecnologia ma nei fatti non fa nulla per impedire il trasferimento all'estero dei siti tecnologicamente avanzati presenti in Italia.

L'8 maggio andremo in piazza a dire, anche ai lavoratori di Nokia-Siemens-Jabil, che c'é un'Italia migliore, e che staremo al loro fianco nella loro lotta.


Sinistra Ecologia Libertà - Milano

Sinistra Ecologia Libertà - Cassina De' Pecchi

venerdì 29 aprile 2011

"Il 25 aprile non è una ricorrenza: ora e sempre Resistenza!"

La decisione dell'amministrazione di equiparare, sui manifesti del 25 aprile, un partigiano e un combattente della repubblica sociale costituisce un atto gravissimo che avvalora e legittima i fascisti venuti allo scoperto che hanno imbrattato il muretto alla base del monumento ai caduti di Piazza Unità d'Italia con una scritta che direttamente si richiama a quanto scritto nel manifesto.

Il Sindaco ed il Vicesindaco si sono giustificati sui giornali dicendo che i morti son tutti uguali.
Noi di SEL li invitiamo ad assumersi le proprie responsabilità politiche e a smetterla di fingersi distratti (abbiamo troppo rispetto di loro per pensare che lo siano davvero), e ne approfittiamo per ricordare alla maggioranza che il 25 aprile non è una commemorazione dei morti della seconda guerra mondiale. Il 25 aprile si festeggia la liberazione dell'Italia dal nazifascismo. La data è stata scelta in ricordo delle insurrezioni popolari che il 25 aprile 1945 hanno liberato la città della cui area metropolitana il nostro comune fa parte, Milano, nonché la città di Torino.
La città di Milano, per quel giorno glorioso che si aprì con il proclama del Comitato di Liberazione Nazionale - Alta Italia ai fascisti ("arrendersi o perire") e si chiuse con la città liberata, è stata insignita dalla Medaglia d'Oro al Valor Militare, nella cui motivazione si legge "[...] negli anni dal 1943 al 1945, pur mutilata ed insanguinata dalle offese belliche, oppose allo spietato nemico di ogni tempo, la fierezza e lo slancio di un’implacabile lotta partigiana, nella quale fu prodiga del sangue dei suoi figli migliori, e lo travolse infine nell’insurrezione vittoriosa del 25 aprile 1945 [...]".
Questo è il 25 aprile. La festa dell'Italia che ha lottato contro gli invasori nazisti e i loro fidi alleati della repubblica sociale di Salò, che ha vinto, che ha conquistato la libertà, che ha costruito la democrazia.

Gli autori dell'atto vandalico sappiano, invece, che la nostra vigilanza non verrà mai meno e che per nessun motivo rinunceremo ai valori di libertà e democrazia che ci sono stati dati dai combattenti per la Resistenza.


Per Sinistra Ecologia Libertà - Cassina De' Pecchi
Il coordinatore cittadino
Alessandro Simeone

giovedì 21 aprile 2011

Per un'urbanistica partecipata: il PGT secondo SEL

Noi di Sinistra Ecologia Libertà abbiamo deciso di provare a rompere il silenzio di tomba della maggioranza sul piano di governo del territorio.

Dovrebbe essere approvato entro la fine del 2012. La maggioranza ha organizzato una serie di incontri con cittadini e associazioni. Poi più nulla. Non un'idea, non una parola.
Solo alcuni comportamenti, come la scelta, effettuata nell'ultimo consiglio comunale, di non vincolare ad industriale l'area di Nokia-Siemens, lasciano trasparire a grandi linee le intenzioni dell'amministrazione.

Noi crediamo in una diversa idea di urbanistica. Non creata nelle segrete stanze e poi votata con un colpo di mano in consiglio. Noi crediamo in un'urbanistica partecipata.

Per questo abbiamo elaborato un documento, scaricabile dal nostro sito web, che riassume le nostre idee sul Piano di governo del territorio e sul Piano urbano del traffico.
Questo a prescindere dalle posizioni della maggioranza. Questo anche se siamo all'opposizione, se non sediamo attualmente in consiglio comunale.
Questo perché crediamo che sono le idee che fanno la buona politica, non i ruoli pro tempore ricoperti.

Il 4 maggio presenteremo in sala consiliare il nostro lavoro. Invitiamo tutti i cittadini, tutte le associazioni. tutti i rappresentanti istituzionali e tutti i partiti a partecipare e a portarci opinioni, idee, riflessioni.
Il lavoro svolto oggi, con la collaborazione dei cittadini, sarà il nucleo della nostra proposta per Cassina alle prossime elezioni amministrative.

Alessandro Simeone
Coordinatore cittadino
Sinistra Ecologia Libertà


Allegati:

Il documento (pdf) rev.1 29/04/2011




Mercoledì 4 maggio
ore 21
sala consiliare - comune di Cassina De' Pecchi

Presentazione di: Alessandro Simeone, coordinatore cittadino SEL

Interverrà: Arch. Antonello Boatti, Professore di urbanistica, Politecnico di Milano


Condividiamo e diffondiamo: comunicato dell'ANPI cassinese

AL SINDACO

A TUTTE LE ASSOCIAZIONI

A TUTTI I CITTADINI DI CASSINA DE’ PECCHI



Cassina de’ Pecchi, 20 aprile 2011

L’A.N.P.I. Sezione di Cassina de’ Pecchi, dopo consultazione con i soci e confronto con il Comitato Provinciale, consapevole dei propri ruoli di testimone dei fatti storici che portarono alla liberazione dalla dittatura fascista e dalle atrocità perpetrate sul popolo italiano da un regime liberticida, in piena aderenza ai propri principi statutari, decide con amarezza ma con lucida fermezza di non aderire alla manifestazione indetta dall’amministrazione.

Infatti, nel manifesto esposto dall’amministrazione sono affiancate una frase di un partigiano e quella di un sostenitore della repubblica di Salò.

Ci risulta inaccettabile mettere sullo stesso piano chi è caduto per la Liberazione attraverso la Resistenza e chi voleva perpetrare una dittatura sanguinaria; non si confonda il profondo senso di giustizia verso i caduti che ci hanno portato alla Costituzione con un fuorviante concetto di “ non odio ma amore”, che qui non può essere applicato se non si vuole violentare ancora una volta i martiri della libertà e offendere la realtà storica. Non vogliamo odio, ma nemmeno ingiustizia.

Ci risulta altresì inaccettabile il rifiuto di un qualsiasi dialogo, democraticamente richiesto con l’amministrazione, che ha stabilito in modo unilaterale e senza alcun confronto, le modalità della cerimonia e della comunicazione alla cittadinanza.

Per questi motivi l’A.N.P.I. celebrerà il 25 APRILE con tutte le Associazioni, Gruppi e Cittadini che condividono l’onore e la dignità della lotta aperta ad ogni forma di fascismo per la difesa della Costituzione, della democrazia e della libertà.

L’ANPI INVITA TUTTI I CITTADINI A PARTECIPARE ALLA MOSTRA “TESSERE ANPI DAL 1945 AD OGGI” ESPOSTA SOTTO I PORTICI ANTISTANTI IL PALAZZO COMUNALE DALLE 9 ALLE 10,30 E POI DALLE 10,45 ALLE 12 A SANT’AGATA LARGO COOPERATIVA.

VIVA IL 25 APRILE !



ANPI Cassina De' Pecchi

sabato 19 marzo 2011

L'Unità parziale

Alla celebrazione istituzionale del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, svoltasi ieri mattina con la cerimonia dell'alzabandiera, ancora una volta è emerso il contrasto tra la parte responsabile della maggioranza, rappresentata dal vicesindaco Parati, autore di un intervento serio, non retorico e condivisibile, e la componente anti-istituzionale ed anti-italiana di cui massimo rappresentante è il Sindaco, On.le Claudio D'Amico.

Come già annunciato nel consiglio comunale straordinario sul tema, il Sindaco non ha presenziato al momento istituzionale dell'alzabandiera e dell'inno.


Quello che, secondo noi, il Sindaco dovrebbe capire è che il suo ruolo è quello di rappresentante di tutti i cittadini, non di una minoranza culturale e politica. Se le sue convinzioni personali sono frutto di disagio interiore, ha sempre la possibilità di fare un passo indietro. La candidatura a Sindaco, infatti, non è certo imposta dalla legge, ma è frutto di un moto volontario personale. Nel momento in cui si assume l'incarico, è necessario adempiere agli obblighi legislativi, istituzionali e di rappresentanza che questo prevede.

Il ruolo di deputato è, da questo punto di vista, infinitamente più libero, oltre che molto meglio retribuito. Il Sindaco è rappresentante di un'istituzione, il Comune, mentre il deputato, non avendo l'incarico di rappresentare un'istituzione, non cessa mai di essere di parte.


Chiediamo, quindi, all'Onorevole D'Amico di fare una scelta: o continuare a fare il Sindaco, assumendosi, oltre gli onori, anche gli oneri, anche se stridenti con le sue personali convinzioni politiche, oppure di fare solo il parlamentare, dimettendosi da Sindaco. Permetterebbe, così, ad un altro cittadino di svolgere più seriamente, con più dedizione e con più rispetto istituzionale questo importante incarico.



Alessandro Simeone

martedì 15 marzo 2011

Fuori il tricolore!!!

SEL Cassina,
in occasione della celebrazione, il 17 marzo, del 150° anniversario dell'unità d'Italia,
condivide e fa proprio l'appello dell'ANPI di
esporre il tricolore dai balconi
e di partecipare alla celebrazione istituzionale che si svolgerà alle 10 in piazza Unità d'Italia.

sabato 5 marzo 2011

COMUNICATO STAMPA: consiglio comunale aperto

Il 28 febbraio si è finalmente svolto il Consiglio Comunale aperto sulla crisi della Nokia-Siemens-Jabil richiesto dai gruppi di opposizione Cittadinanza&Cambiamento, Lista Civica Cassina-Sant’Agata e Progetto Cassina-Sant’Agata, a partire dalle firme raccolte da SEL, Rifondazione Comunista, Partito Democratico e Italia dei Valori.

Prima di tutto, condividiamo la richiesta avanzata dai lavoratori, dai sindacati e dai consiglieri regionali intervenuti, di una netta presa di posizione da parte della Giunta, con l’impegno palese a non cambiare la destinazione d’uso dell’area Nokia da industriale ad altro, nell’elaborazione del PGT: ciò significherebbe il definitivo smantellamento di un sito produttivo d’eccellenza nel settore delle TLC, che ha avuto un ruolo importante in Italia e nel mondo. Riteniamo poi indispensabile l’apertura immediata di un tavolo con il Governo e la Regione, che ha annunciato investimenti per rilanciare l’economia in crisi nel territorio. Per le TLC in particolare, sono stati promessi 150 mln di € sulla banda larga. Ora le istituzioni vengono messe alla prova e si chiede che le politiche di rilancio e di sviluppo industriale locale si attivino anche per Cassina, ricostituendo la catena del valore, che deve vedere unite sempre ricerca e produzione. È il Sindaco che si deve attivare per aprire questo tavolo, tanto di più visto il suo ruolo di parlamentare.

Abbiamo presentato congiuntamente una mozione che lo impegni su questo, per rilanciare il sito
produttivo e di ricerca, in collaborazione con tutte le istituzioni e le università. Per ora però il Sindaco ha dato una risposta paradossale: ha detto direttamente ai lavoratori intervenuti che i rappresentanti dell’azienda hanno da tempo di fatto annunciato la chiusura del sito e che su questo l’Amministrazione è inerme.
Invece bisogna essere chiari: lo smantellamento di un sito non è una necessità, ma l’effetto di una volontà precisa dell’azienda e dell’abbandono da parte della politica. In Europa come in Italia, dove le istituzioni sono intervenute, le aziende sono rimaste (vedi casi della stessa Nokia-Siemens in Germania e della Eaton in Toscana).
Ricerca e innovazione sono la strada che consente alla Lombardia di dire ancora qualcosa in ambito TLC: fare un passo indietro adesso significa rimanere tagliati fuori per sempre. 1400 famiglie di lavoratori di Nokia e Jabil, e molti altri dell’indotto, sono in attesa di una risposta sul loro futuro, e le istituzioni hanno l’obbligo di tentare tutto il possibile.

Per Cittadinanza&Cambiamento, Alessandro Patella
Per Lista Civica Cassina-Sant’Agata, Maurizio Attanasio
Per Partito Democratico, Marco Gusti
Per Partito della Rifondazione Comunista, Domenico Castrovinci
Per Progetto Cassina-Sant’Agata, Emma Squillaci
Per Sinistra Ecologia Libertà, Alessandro Simeone

lunedì 28 febbraio 2011

Consiglio comunale aperto

SEL invita tutti i cittadini a partecipare

stasera 28 febbraio alle ore 21 in municipio

al consiglio comunale aperto sul sito produttivo Nokia-Siemens-Jabil

venerdì 25 febbraio 2011

Dissociarsi o aderire: le posizioni leghiste non ammettono sfumature

La scelta della maggioranza PDL-Lega di convocare il consiglio comunale straordinario sulle celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia poche ore prima del consiglio aperto su Nokia-Siemens dimostra tutta l'insensibilità verso i valori dell'unità nazionale e il disprezzo verso tutti i cittadini cassinesi.

Mai, prima d'ora, si era celebrato un consiglio nel pomeriggio di un giorno lavorativo, impedendo di fatto la partecipazione dei cittadini che lavorano o studiano.
Mai, prima d'ora, si era convocato un consiglio prima di un consiglio aperto; la gravità del fatto è ancora maggiore visto l'importanza degli argomenti, che riguardano da un lato le celebrazioni del 17 marzo e dall'altro il lavoro di 1200 persone e il futuro di un sito produttivo di importanza strategica per Cassina e per l'intera regione Lombardia.

Questo evento dimostra, se ce ne fosse ancora necessità, che in questa maggioranza comanda unicamente la Lega Nord, nonostante il peso elettorale a Cassina sia nettamente inferiore a quello del PDL, e che i suoi alleati acconsentono a tutto pur di mantenere salda la loro poltrona.

Se c'è qualche consigliere comunale di maggioranza che ha rispetto per i valori nazionali faccia sentire la propria voce e si dissoci ufficialmente dalla scelta dell'amministrazione; in caso contrario aderirà pienamente ai valori rappresentati dalla Lega.
Noi faremo tutto il possibile per far conoscere a tutti i cittadini la posizione presa dai singoli consiglieri comunali pidiellini.

Il 150° anniversario dell'Unità d'Italia dovrebbe essere un'occasione di unità tra le diverse forze politiche. Le posizioni antinazionali e secessioniste della Lega e degli alleati del PDL gettano fango sui tanti morti che, partendo dal Risorgimento e arrivando fino alla Resistenza, hanno versato il loro sangue nel nome della Patria.

Alessandro Simeone
Coordinatore cittadino di Sinistra Ecologia Libertà

venerdì 4 febbraio 2011

COMUNICATO STAMPA

Il Circolo di Cassina De' Pecchi di Sinistra Ecologia Libertà esprime la solidarietà ai familiari dell'operaio rumeno morto nell’incidente sul lavoro il 2 febbraio presso la Dielle di Cassina .

Anche da noi è arrivata la terribile realtà dei morti sul lavoro, che in Italia causa oltre 1000 decessi l’anno. SEL chiede al Sindaco, all’Amministrazione, ai Partiti e Movimenti democratici di Cassina di farsi promotori di una più pressante e continua verifica della condizioni di sicurezza nel luoghi di lavoro su tutto il territorio comunale.

Proponiamo inoltre che il prossimo consiglio comunale aperto dedicato a Nokia-Siemens-Competence si apra con un minuto di silenzio in ricordo di Toma Mihai.


SEL Cassina De' Pecchi


mercoledì 2 febbraio 2011

Comunicato sindacale su Competence

“Una settimana di mobilitazione straordinaria per salvare la produzione e l'occupazione dei 1.400 lavoratori degli stabilimenti di Marcianise e Cassina de Pecchi”

Il Coordinamento nazionale unitario di Competence si è riunito d'urgenza per affrontare una discussione sullo stato dell'azienda e per assumere delle decisioni in merito.

La situazione dell'azienda continua a peggiorare drammaticamente. Cresce l'indebitamento sino al punto da pregiudicare la fornitura dei materiali per la produzione delle commesse, così come prosegue il pesante ricorso alla Cassa integrazione.

Inoltre a tutt'oggi non vi è nessun intervento serio di ricapitalizzazione da parte di Jabil e del fondo Mercatech, disattendendo appieno il Piano industriale presentato a giugno al Mise. In questo quadro Competence rischia il fallimento, cosa che cancellerebbe drammaticamente gli stabilimenti di Marcianise (CE) e Cassina de Pecchi (MI) con la perdita di 1.400 posti di lavoro. FIM FIOM e UILM ritengono inaccettabile questa situazione, e per tutelare il patrimonio industriale, e salvaguardare l'occupazione dei 1.400 dipendenti è necessario una assunzione vera di responsabilità da parte di JABIL e MERCATECH, per un rilancio dell’azienda attraverso la definizione di un nuovo piano industriale che davvero si concretizzi in attività industriali vere abdicando ogni logica di mero scopo finanziario che stanno pagando i lavoratori.

FIM FIOM UILM nazionali e il Coordinamento hanno deciso di organizzare le seguenti iniziative:

1. Conferenza stampa per denunciare quanto avviene ai lavoratori Competence e puntare i riflettori nei confronti delle multinazionali che abbandonano il paese lasciando i disastri, come in questa vicenda JABIL- Fondo MERCATECH.

Assemblee permanenti dei lavoratori e delle lavoratrici dei siti di Marcianise e Cassina de Pecchi, salvaguardare il patrimonio aziendale dei due stabilimenti.

2. Richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di un incontro urgente per avere dal Governo un impegno immediato per garantire la prosecuzione delle attività industriali e la salvaguardia dell'occupazione. Chiediamo inoltre al Governo un intervento deciso nei confronti di JABIL.

JABIL è direttamente implicata nel disastro Competence e non può sottrarsi alle sue responsabilità, in quanto emergono forti dubbi di legalità nei conti economici. Questa condizione sta portando ad un degenerare della vertenza che potrebbe aprire un conflitto sociale soprattutto nell’area casertana, già pesantemente defraudata dalle multinazionali.

JABIL non può esimersi da precise responsabilità.

FIM FIOM UILM chiedono alle Regioni, alle Provincie ed ai Comuni che siano parte attiva garantendo il massimo impegno e la massima vicinanza ai lavoratori ed alle lavoratrici degli stabilimenti Competence. In gioco c’è il futuro di 1.400 dipendenti e delle loro famiglie.

Coordinamento nazionale Rsu Fim, Fiom, Uilm Competence

Roma, 31 gennaio 2011

martedì 1 febbraio 2011

Svastiche sui manifesti dell'ANPI

Il 29 gennaio, poco dopo il giorno della memoria delle vittime della Shoah, sono stati trovati imbrattati con svastiche i manifesti dell'ANPI cassinese.

Il gesto è di enorme gravità, ed è il segno che a oltre sessant'anni dalla fine della guerra non è scomparsa la cultura nazifascista e che oggi più di ieri è necessario ricordare, è necessaria la Memoria.

All'ANPI cassinese e alla sua Presidente va la nostra piena solidarietà.

SEL Cassina De' Pecchi

lunedì 24 gennaio 2011

La piccola Malpensa non riesce ancora a riprendere quota


Un jumbo in partenza dall'aeroporto di Malpensa

MARCO ALFIERI - lastampa.it
Arrivano i dati del primo anno senza i voli della vecchia Alitalia Tornano i passeggeri ma i numeri restano lontani dal 2007
MILANO
Non è un deserto come qualcuno paventava, ma uno scalo certamente rimpicciolito. Malpensa tre anni dopo la fuga di Alitalia, quando la Magliana in pochi giorni passa da 1238 voli settimanali a 163, è tornata a crescere. Eppure i grandi numeri di un tempo restano un miraggio, nonostante la vulgata politica descriva un aeroporto balzato magicamente all’antico splendore, dopo aver ricacciato l’invasore francese a cui il governo Prodi voleva «regalare» la compagnia di bandiera.

Prospettiva diversa
A dirlo è il consuntivo di Assaeroporti. Nel 2010 a Malpensa sono transitati 18,7milioni di passeggeri (+7,9% sul 2009). Ma confrontati con le stime 2007, l’ultima stagione omogenea prima del de-hubbing di Alitalia, la prospettiva è diversa.Malpensa faceva 23,8milioni di passeggeri, Fiumicino 32,9. Oggi lo scalo romano, la casa di Alitalia, ne trasporta 35 (+7,5% sul 2009), quello lombardo quasi diciannove. Poco più dellametà.

Recuperare
Pur recuperando i due terzi del traffico persi da Alitalia e crescendo un po’ più della media degli scali italiani (pari a +7%), l’aeroporto milanese rimane quindi 5 milioni sotto il traffico passeggeri rispetto a quando la Magliana era il suo vettore di riferimento. Si tratta di un meno 20% che pesa perché il gap è impossibile da recuperare se la politica non darà una mano. Dopo tutta la fatica fatta per evitare il default, i primi ad essere arrabbiati con il governo dovrebbero essere proprio i vertici di Sea, la società che gestisce gli scali milanesi.

In questo biennio il management guidato da Giuseppe Bonomi si è mosso bene: ha saputo aumentare da 77 a 110 il numero di compagnie che volano da Malpensa, necessarie a tappare la voragine aperta da Alitalia, ha spinto il boom dei vettori low cost (Easyjet ha tagliato la quota record di 5,1 milioni di passeggeri) riportando le destinazioni totali coperte dallo scalo (168) ai livelli del 2007, ha sfruttato le nuove rotte aperte da Lufthansa Italia (2,2 milioni di imbarchi nel 2010), ha ristabilito il volo con New Delhi, aumentato le frequenze verso Dubai firmate Emirates e puntato sulla ricettività (domani apre lo Sheraton Milan Malpensa).

Inoltre, da fine marzo, Gulf Air attiverà ilMilano- Bahrein, da giugno Air China inaugurerà ilMalpensa-Pechino, Cathay Pacific il giornaliero su Hong Kong e Ethiad Airways incrementerà le frequenze su Abu Dhabi. L’obiettivo è superare nel 2011 le 170 destinazioni.

Interessi da proteggere
Un efficace attivismo che rischia però di sbattere contro un governo che continua a proteggere gli interessi della nuova Alitalia e del suo alleato francese. Pur rinegoziando diversi accordi bilaterali (17) su Malpensa, necessari ad aprire nuove rotte internazionali, il salvataggio Alitalia si è portato dietro la sospensione antitrust sulla navetta dalle uova d’oro, la tratta Milano Linate-Roma Fiumicino, di cui il vettore tricolore dispone in monopolio.

Non bastasse, qualche settimana fa il governo ha bloccato la richiesta di Singapore Airlines di proseguire il proprio volo Singapore- Milano fino a New York. Avrebbe garantito l’alimentazione dal ricco bacino del Far East, primo passo per tornare ad essere un aeroporto hub.

Piano Scala
A volerlo, oltre a Sea, è soprattutto Lufthansa, che nell’aprile 2008 ha firmato con il gestore milanese una vera e propria partnership, il Piano Scala: dal gennaio 2009 i tedeschi hanno basato a Malpensa 9 Airbus A319 attivando 15 destinazioni italiane ed europee e affittato, attraverso Lufthansa Technik, l’hangar per la manutenzione aeromobili.

Lo scopo del colosso di Francoforte è diventare nel giro di 3-4 anni il nuovo hub carrier dello scalo lombardo, imbarcandolo nella sua strategia multihub (dopo Francoforte,Monaco, Zurigo, Bruxelles e Vienna). Ma solo a patto di garantire «libera concorrenza tra tutte le compagnie aeree; nessuna distorsione attraversomonopoli tollerati a livello politico; e soluzioni efficienti dei trasporti di terra da e per Malpensa», come ripete spesso la vice presidente della divisione italiana, Heike Birlenbach.

Infrastrutture
Sull’ultimo punto qualcosa si è fatto, anche se in ritardo: è stata aperta la bretella Malpensa-Boffalora che collega lo scalo con l’autostrada Torino-Milano; è stato inaugurato il tunnel di Castellanza che riduce i tempi di percorrenza del Malpensa Express, e il collegamento dalla stazione Centrale di Milano. «Ma sul resto la politica italiana latita », spiegano fonti tedesche.

«A Malpensa concede di riempire i vuoti lasciati da Alitalia, ma non di far basare un grande vettore concorrente di Air France sul lungo raggio capace di attrarre il ricco traffico business padano». Che poi è la vera ragione dell’investimento di Lufthansa. In sostanza: come fanno i tedeschi ad alimentare il proprio network italiano, rilanciando la vocazione hub dell’aeroporto ambrosiano, se il governo protegge il monopolio Alitalia su Linate? Così Lufthansa comincia a guardarsi in giro, ha deciso di comperare la scandinava Sas.

Andrà più stabilmente dove le condizioni paese saranno migliori. Dilatando i tempi del Piano Scala. Nel 2010 Lufthansa avrebbe potuto inserire su Malpensa un primo volo a lungo raggio, ma non l’ha fatto. A Sea non resta che puntare sulla costruzione della terza pista per tornare in futuro alla sua vocazione hub. Per tappare i buchi del de-hubbing Bonomi ha dovuto vendere gli slot pregiati: se oggi una compagnia volesse basare il proprio network di lungo raggio, non avrebbe spazio per svilupparlo.

Tre anni dopo
Quando Silvio Berlusconi costruì la cordata dei «patrioti» Cai Roberto Formigoni e LetiziaMoratti salutarono l’evento come un successo e un punto di chiarezza dopo gli anni dell’impossibile doppio hub Milano-Roma: una nuovaAlitalia che sceglie Fiumicino come base operativa, e una Malpensa libera di attrarre un’altra compagnia di riferimento.

Ma dopo quasi 3 anni a Palazzo Chigi del governo più nordista della storia repubblicana, i numeri dicono cose un po’ diverse. Malpensa cresce e recupera traffico ma sul medio raggio Ue e sul segmento low cost. Ossia su destinazioni coperte con aerei più piccoli e con meno frequenze settimanali perché alimentate «point to point» dalla sola domanda del bacino locale, senza l’apporto dei «transiti» del modello hub, che salda tipicamente network di breve-medio raggio e quelli di lungo garantiti da un vettore di riferimento.

Perdita secca
Secondo il professor Roberto Zucchetti della Bocconi, fatto cento il benchmark Londra in termini di accessibilità internazionale, Malpensa dal 2005 ha perso 8 punti in connettività diretta. Il traffico internazionale non a caso è sotto del 27% rispetto al 2007, pur crescendo nei collegamenti verso l’Asia. Nel frattempo Alitalia incassa commissioni d’oro per far transitare 1,5 milioni di passeggeri business padani da Parigi.

Per andare a Los Angeles, Washington o Buenos Aires, oggi la strada più breve è passare dalla Francia. Per questo quel -20% di traffico oggi come oggi rimane inscalfibile. Malpensa è tornato un buon aeroporto ma di seconda fascia, almeno per ora distante dall’hub di tutte le Padanie vagheggiato dal fronte del Nord.