giovedì 29 settembre 2011
COMUNICATO STAMPA: Nokia-Siemens e Jabil: le responsabilità hanno un solo colore, verde come la vergogna.
Ci fa piacere che il Sindaco di Cassina De' Pecchi, in una intervista al giornale "Libero", dichiari che è sconcertato per la decisione di Jabil di chiudere lo stabilimento cassinese. Ma queste dichiarazioni, evidentemente di facciata, non cancellano le responsabilità politiche sue e del partito, la Lega Nord, che rappresenta.
Facciamo un po' di chiarezza.
A fine febbraio 2011 è stato convocato un consiglio comunale aperto sulla vicenda Nokia-Siemens e Jabil. Questo a seguito di una raccolta di oltre trecento firme tra la cittadinanza effettuata da noi di SEL e dalle altre forze politiche d'opposizione a Cassina, depositate nel marzo 2010. Il rinvio è stato giustificato dal Sindaco, che è anche deputato della Lega Nord, con la necessità di recuperare le necessarie informazioni d presentare poi durante il consiglio comunale. Durante la seduta del consiglio, che ha visto la partecipazione di una nutrita delegazione dei lavoratori, una rappresentanza del sindacato, dei consiglieri regionali Cremonesi (SEL) e Pizzul (PD) è stata illustrata la situazione drammatica dello stabilimento e la necessità di opporsi all'intento speculativo di Nokia-Siemens , proprietaria dell'area, vincolando il sito ad area industriale nel futuro PGT. L'onorevole Sindaco, davanti ad una sala consiliare piena, ha dichiarato che è impossibile fermare una multinazionale che è intenzionata ad andarsene all'estero, e che l'amministrazione non può permettersi di fare crescere i rovi in uno stabilimento abbandonato, giustificando implicitamente una variazione di destinazione d'uso dell'area. Inoltre, ha dichiarato, smentendo se stesso, che già a fine 2009, in una riunione ministeriale a cui lui aveva partecipato, era stata dichiarata da NSN la volontà di chiudere lo stabilimento cassinese. Successivamente, la politica della sua maggioranza non è cambiata, rifiutando l'approvazione di ordini del giorno che prevedessero il vincolo sull'area. La sua azione, politicamente irresponsabile, ha fatto perdere tempo prezioso ai lavoratori e alla comunità cassinese, e ha aperto definitivamente la strada a quello che si sta verificando in questi giorni. NSN ha tagliato tutti gli ordini a Jabil, che quindi è costretta a chiudere. Ha rimosso l'insegna dalla facciata dello stabilimento. Ha avviato le procedure per spostare l'ultimo pezzo di ricerca a Shanghai. Ha definito una road map per spostare l'attività rimanente nel'area in locazione del Cassina Plaza, liberando l'area dello storico stabilimento per una quasi certa speculazione edilizia. Tutti gli attori istituzionali coinvolti hanno lo stesso colore politico. Il Sindaco di Cassina, parlamentare della Lega Nord. L'assessore regionale Gibelli, sempre della Lega, che continua a bloccare gli investimenti sulla banda larga, pare per un accordo di massima con i cinesi di Huawei. Il ministro per lo sviluppo economico, Romani, del PDL, che consente che l'Italia perda l'ennesimo pezzo di alta tecnologia e di eccellenza. In Germania, di fronte ad un analogo tentativo di NSN di chiudere uno stabilimento tedesco, il governo Merkel ha preteso la restituzione di circa 50 milioni di euro di fondi nazionali erogati in varie forme (tra cui la cassa integrazione). In Francia, di fronte alla chiusura di uno stabilimento dell'indotto automobilistico di una multinazionale americana, il governo Sarkozy si è costituito in giudizio per danni contro la multinazionale, ed inoltre ha invitato i gruppi Renault e PSA ad interrompere qualunque fornitura con la predetta azienda. Da noi, invece, chi a parole difende il territorio e il "nord" specula sulla chiusura degli stabilimenti, fa accordi per comprare dai cinesi ciò che viene prodotto da altri in Lombardia, assiste in silenzio alla distruzione del nostro tessuto industriale.
Ma una cosa è certa: i cittadini sanno benissimo i nomi e i cognomi dei responsabili. E se ne ricorderanno, al momento del voto.
Fanno tutti, forse, ancora in tempo a cambiare il loro atteggiamento.
Che il Sindaco convochi un consiglio comunale straordinario per vincolare l'area ad uso industriale e per minacciare l'esproprio di fronte ad una dismissione non concordata;
che la Regione sblocchi immediatamente i fondi per la banda larga in Lombardia, vincolandoli all'occupazione sul suolo lombardo;
che il Governo pretenda, in caso di definitivo abbandono da parte di NSN, la cessione gratuita dell'intero sito industriale, e avvii, insieme ad altri attori istituzionali e di ricerca, un polo TLC di ricerca e d'incubazione d'impresa sull'area dello stabilimento, garantendo all'interno del progetto un ruolo per il gruppo della produzione attualmente in capo a Jabil. Tutto questo si può fare, basta la volontà politica. L'inerzia comporta in capo ai referenti istituzionali l'intera responsabilità della chiusura dello stabilimento NSN-Jabil e della perdita di 1200 posti di lavoro.
Per Sinistra Ecologia Libertà - circolo di Cassina De' Pecchi
il coordinatore cittadino
Alessandro Simeone
ALLEGATO: intervista al Sindaco di Cassina De' Pecchi sul quotidiano Libero:
http://www.libero-news.it/news/832842/Jabil-Lega-no-a-chiusura-stabilimento-di-Cassina-de--Pecchi.html
mercoledì 28 settembre 2011
riceviamo e pubblichiamo: COMUNICATO STAMPA FIOM NAZIONALE
riceviamo e pubblichiamo: COMUNICATO FIOM MILANO
COMUNICATO STAMPA: Sostegno ai lavoratori Jabil
Esprimiamo tutta la nostra vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie. Siamo pronti a sostenere tutte le forme di lotta che i lavoratori decidessero di intraprendere, e continueremo, fino all'ultimo, a fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per cercare di evitare che questo tragico epilogo si concretizzi.
Per Sinistra Ecologia Libertà - circolo di Cassina De' Pecchi
Il coordinatore cittadino
Alessandro Simeone
mercoledì 7 settembre 2011
Sosteniamo i lavoratori di Nokia-Siemens e Jabil: spediamo una cartolina all'AD di Nokia
Si tratta di spedire all'amministratore delegato di Nokia Stephen Elop delle cartoline in cui si chiede un futuro per lo stabilimento cassinese.
Per acquistare le cartoline (che hanno un costo di 1€, di cui 0,75€ di francobollo) scrivete a cassina@selmilano.it
Oppure acquistate online:
Nota: l'acquisto online prevede un sovrapprezzo di 0,50€ per transazione al fine di coprire i costi di Paypal.
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Pubblichiamo di seguito una sintesi della storia e dello stato attuale dello stabilimento, gentilmente fornitoci dalla RSU FIOM-CGIL, che ringraziamo.
venerdì 1 luglio 2011
Giulio Cavalli aderisce a SEL
I compagni e le compagne di Cassina De' Pecchi fanno i loro migliori auguri a Giulio per la nuova esperienza in Sinistra Ecologia Libertà.
Cavalli approda a Sel, in Lombardia si rafforza il cantiere della sinistra
Giulio Cavalli, lasciata Italia dei Valori, approda al Gruppo di Sinistra Ecologia Libertà. Il passaggio è stato ufficializzato oggi in una conferenza stampa congiunta con la capogruppo di Sel Chiara Cremonesi.
"Dopo il voto amministrativo e referendario, segnati da una partecipazione democratica così intensa - spiega il consigliere Cavalli - ho sentito ancor più forte l'urgenza di contribuire attivamente al cantiere della sinistra, per vincere nel Paese e anche in Lombardia, lungo quella sottile linea arancione che già ci ha portati lontano.
Mi sono confrontato con molti miei sostenitori e insieme, in Sel, abbiamo riconosciuto la nostra casa, il luogo che più assomiglia alla nostra storia. Ringrazio Italia dei valori per avermi dato una grande occasione di crescita politica e personale. Le parole di Stefano Zamponi e degli altri consiglieri mi confortano nell'idea di avere costruito una stima reciproca al di là delle posizioni politiche.
Negli ultimi mesi ho maturato l'esigenza di un'assunzione di responsabilità e scelgo di essere parte attiva per costruire una più ampia sinistra. Sono convinto che Sel offra in tal senso gli strumenti necessari.
Già in questo primo anno da consiglieri, con Chiara abbiamo condiviso molte battaglie, toccando con mano e praticando una vicinanza di idee, progetti e obiettivi. E così continueremo a fare".
"Sono molto onorata sia a livello personale che a nome di Sel - ha sottolineato la capogruppo Chiara Cremonesi - per la scelta di Giulio Cavalli. Seguo da molto tempo, ancor prima di questa esperienza in Consiglio, il suo impegno civile e politico. E che ora decida di metterlo a disposizione del cantiere per la sinistra è un gesto generoso e un'ottima notizia.
Da oggi, porteremo avanti insieme le tante iniziative che già ci hanno visti lavorare fianco a fianco e l'attività in Aula, a partire dalla proposta di una nuova legge sull'acqua che recepisca anche a livello regionale l'esito referendario".
lunedì 23 maggio 2011
Cassina per Pisapia
Siamo quasi alla fine di una lunga campagna elettorale.
4 si per il futuro
Si è costituito il "Comitato Referendario Cassinese". Il comitato si attiva per sostenere, far conoscere e far partecipare i cittadini al voto dei quattro referendum nazionali indetti per l'11 e il 12 giugno. Due di essi sono mirati a fermare la privatazzazione del servizio idrico, uno è mirato a fermare il ritorno del nucleare, l'ultimo a bloccare il legittimo impedimento. Tutti e quattro i referendum difendono diritti chiave ed universali:
- fermare la privatizzazione del servizio idrico, afferma il diritto alla vita: l'acqua è indispensabile alla vita, privatizzarne il servizio significa aumentarne il prezzo e limitarne l'accesso in base alle possibilità economiche;
- fermare il ritorno del nucleare, afferma il diritto alla salute, perché l'ambiente torna ad essere al riparo da una grave minaccia;
- fermare il legittimo impedimento, afferma che la legge è uguale per tutti, perché le cariche pubbliche non possono diventare pretesto per non giudicare chi ha commesso reato.
Per affermare questi diritti, bisogna votare quattro volte SI'.
Al comitato hanno aderito per ora: la sezione ANPI, Cittadinanza&Cambiamento, cooperativa La Speranza, Italia dei Valori, Lista Civica-Cassina-Sant'Agata, Partito Democratico, Rifondazione Comunista e Sinistra Ecologia Libertà. Altri enti, associazioni, gruppi si possono aggiungere nei prossimi giorni. Il comitato inizia sabato 21 davanti all'UNES la sua attività di informazione ai cittadini, e continuerà sicuramente tutti i venerdì, sabato e domenica, in vari luoghi del paese, fino alla scadenza, venerdì 10 giugno. Per dare una mano, aderire o chiedere informazioni, scrivere a referendumcassina@hotmail.it .
mercoledì 11 maggio 2011
Garantisti coi garantiti, giustizialisti con tutti gli altri
Non è facile fare quattro mesi di carcere da innocente. Ma è ancora più difficile farli e poi continuare a credere nel diritto, nella giustizia.
La storia di Giuliano Pisapia racconta questo. La storia di una persona, ingiustamente accusata ed incarcerata. Che ha continuato a credere nel diritto. Che alla fine è stata assolta. Che ha speso poi tutta la sua vita a difendere gli ultimi, nelle aule di tribunale. Diventando, col suo comportamento prima ancora che con le parole, un esempio vivente del garantismo.
Giuliano, diffamato oggi in tv dalla Moratti, non si è sottratto al processo. Non ha urlato contro i magistrati. Non ha tappezzato Milano con manifesti con scritto "via le BR dalle procure". Giuliano in tribunale ci è andato, si è difeso, prima in Corte d'assise, poi in Corte d'assise d'appello. E ha vinto.
Poi, da quando è uscito, ha cominciato a denunciare quello che ha visto nel carcere: l'oppressione verso gli ultimi, il vuoto del diritto. Da professionista, come avvocato penalista. E da politico, come parlamentare.
Letizia Moratti, invece, oggi ha scoperto il vero volto del berlusconismo. Che non è, e non è mai stato, garantista.
Il berlusconismo è nato, prima che in parlamento, in televisione. Con le dirette di Emilio Fede e Brosio davanti al tribunale di Milano. Con le reti mediaset che costruivano processi mediatici all'intera classe politica. Con la discesa in campo del Capo, per liberare l'Italia dal malcostume e dalla corruzione. Con l'idea (strana a ricordarla ora) di nominare Antonio Di Pietro ministro della Giustizia. Nel 1994.
Il berlusconismo è, nel dna, giustizialista e forcaiolo. Pisapia è l'ultimo, più clamoroso, caso, che segue quello di Boffo, di Fini, e di tanti altri condannati pubblicamente dai media di famiglia prima ancora di entrare in tribunale.
Il berlusconismo diventa garantista solo se si tratta di difendere il Capo. Lui, che ha paura di presentarsi in tribunale. Lui, che ha l'ossessione dei giudici "rossi". Lui, che in quasi tutti i processi è stato prescritto (e non assolto) a seguito di modifiche legislative introdotte dalla sua maggioranza.
Ma i processi in piazza, per tutti gli altri, van bene. Anche se uno è stato dichiarato innocente (e non prescritto o amnistiato) dai tribunali della Repubblica.
Oggi è evidente a tutti. I garantisti siamo noi. Noi che denunciamo la vergogna degli ospedali psichiatrici giudiziari. Noi che non mettiamo in galera un giovane perché tossicodipendente, ma lo curiamo. Noi che, quando sbagliamo, ci dimettiamo, come ha fatto Delbono a Bologna. Noi che non abbiamo paura della magistratura. Noi che ci facciamo mesi di carcere per poi essere assolti. Noi, come Giuliano.
Alessandro Simeone
Moratti, attacco personale a Pisapia il sindaco querelato per diffamazione
Sinistra Ecologia Libertà Milano
http://milano.repubblica.it/
mercoledì 4 maggio 2011
Nichi Vendola incontra i lavoratori di Nokia-Siemens-Jabil
COMUNICATO STAMPA
Nichi Vendola incontra i lavoratori di Nokia-Siemens-Jabil
L'8 maggio 2011, nella giornata caratterizzata dall'iniziativa a sostegno di Giuliano Pisapia all'arco della pace a Milano, il Presidente della Regione Puglia e Presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola incontrerà una rappresentanza di lavoratori della Nokia-Siemens e Jabil di Cassina De' Pecchi (MI).
Lo stabilimento, attualmente occupato dalle attività di ricerca di Nokia-Siemens nel campo della banda larga e dei ponti radio, e dall'attività di produzione della Jabil, rischia la chiusura a causa del combinato disposto del trasferimento e contemporanea riduzione del personale dell'attività di ricerca, e del progressivo abbandono delle attività da parte della società Jabil, che aveva rilevato la parte di produzione di Nokia-Siemens.
A rischio ci sono 1200 lavoratori.
La vicenda di Nokia-Siemens e Jabil è emblematica del fallimento delle politiche del centrodestra a tutti i livelli: dal sindaco, deputato leghista, che si rifiuta di vincolare ad uso industriale l'area del sito, aprendo così la porta alla speculazione edilizia; passando per la Regione, che dilapida i pochi fondi destinati alla banda larga senza mantenere l'occupazione d'eccellenza già presente in Lombardia; al ministro Romani, che a parole dice di puntare nell'alta tecnologia ma nei fatti non fa nulla per impedire il trasferimento all'estero dei siti tecnologicamente avanzati presenti in Italia.
L'8 maggio andremo in piazza a dire, anche ai lavoratori di Nokia-Siemens-Jabil, che c'é un'Italia migliore, e che staremo al loro fianco nella loro lotta.
Sinistra Ecologia Libertà - Milano
Sinistra Ecologia Libertà - Cassina De' Pecchi
venerdì 29 aprile 2011
"Il 25 aprile non è una ricorrenza: ora e sempre Resistenza!"
giovedì 21 aprile 2011
Per un'urbanistica partecipata: il PGT secondo SEL
Condividiamo e diffondiamo: comunicato dell'ANPI cassinese
AL SINDACO
A TUTTE LE ASSOCIAZIONI
A TUTTI I CITTADINI DI CASSINA DE’ PECCHI
Cassina de’ Pecchi, 20 aprile 2011
L’A.N.P.I. Sezione di Cassina de’ Pecchi, dopo consultazione con i soci e confronto con il Comitato Provinciale, consapevole dei propri ruoli di testimone dei fatti storici che portarono alla liberazione dalla dittatura fascista e dalle atrocità perpetrate sul popolo italiano da un regime liberticida, in piena aderenza ai propri principi statutari, decide con amarezza ma con lucida fermezza di non aderire alla manifestazione indetta dall’amministrazione.
Infatti, nel manifesto esposto dall’amministrazione sono affiancate una frase di un partigiano e quella di un sostenitore della repubblica di Salò.
Ci risulta inaccettabile mettere sullo stesso piano chi è caduto per la Liberazione attraverso la Resistenza e chi voleva perpetrare una dittatura sanguinaria; non si confonda il profondo senso di giustizia verso i caduti che ci hanno portato alla Costituzione con un fuorviante concetto di “ non odio ma amore”, che qui non può essere applicato se non si vuole violentare ancora una volta i martiri della libertà e offendere la realtà storica. Non vogliamo odio, ma nemmeno ingiustizia.
Ci risulta altresì inaccettabile il rifiuto di un qualsiasi dialogo, democraticamente richiesto con l’amministrazione, che ha stabilito in modo unilaterale e senza alcun confronto, le modalità della cerimonia e della comunicazione alla cittadinanza.
Per questi motivi l’A.N.P.I. celebrerà il 25 APRILE con tutte le Associazioni, Gruppi e Cittadini che condividono l’onore e la dignità della lotta aperta ad ogni forma di fascismo per la difesa della Costituzione, della democrazia e della libertà.
L’ANPI INVITA TUTTI I CITTADINI A PARTECIPARE ALLA MOSTRA “TESSERE ANPI DAL 1945 AD OGGI” ESPOSTA SOTTO I PORTICI ANTISTANTI IL PALAZZO COMUNALE DALLE 9 ALLE 10,30 E POI DALLE 10,45 ALLE 12 A SANT’AGATA LARGO COOPERATIVA.
VIVA IL 25 APRILE !
ANPI Cassina De' Pecchi
sabato 19 marzo 2011
L'Unità parziale
Alla celebrazione istituzionale del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, svoltasi ieri mattina con la cerimonia dell'alzabandiera, ancora una volta è emerso il contrasto tra la parte responsabile della maggioranza, rappresentata dal vicesindaco Parati, autore di un intervento serio, non retorico e condivisibile, e la componente anti-istituzionale ed anti-italiana di cui massimo rappresentante è il Sindaco, On.le Claudio D'Amico.
Come già annunciato nel consiglio comunale straordinario sul tema, il Sindaco non ha presenziato al momento istituzionale dell'alzabandiera e dell'inno.
Quello che, secondo noi, il Sindaco dovrebbe capire è che il suo ruolo è quello di rappresentante di tutti i cittadini, non di una minoranza culturale e politica. Se le sue convinzioni personali sono frutto di disagio interiore, ha sempre la possibilità di fare un passo indietro. La candidatura a Sindaco, infatti, non è certo imposta dalla legge, ma è frutto di un moto volontario personale. Nel momento in cui si assume l'incarico, è necessario adempiere agli obblighi legislativi, istituzionali e di rappresentanza che questo prevede.
Il ruolo di deputato è, da questo punto di vista, infinitamente più libero, oltre che molto meglio retribuito. Il Sindaco è rappresentante di un'istituzione, il Comune, mentre il deputato, non avendo l'incarico di rappresentare un'istituzione, non cessa mai di essere di parte.
Chiediamo, quindi, all'Onorevole D'Amico di fare una scelta: o continuare a fare il Sindaco, assumendosi, oltre gli onori, anche gli oneri, anche se stridenti con le sue personali convinzioni politiche, oppure di fare solo il parlamentare, dimettendosi da Sindaco. Permetterebbe, così, ad un altro cittadino di svolgere più seriamente, con più dedizione e con più rispetto istituzionale questo importante incarico.
martedì 15 marzo 2011
Fuori il tricolore!!!
sabato 5 marzo 2011
COMUNICATO STAMPA: consiglio comunale aperto
lunedì 28 febbraio 2011
Consiglio comunale aperto
venerdì 25 febbraio 2011
Dissociarsi o aderire: le posizioni leghiste non ammettono sfumature
venerdì 4 febbraio 2011
COMUNICATO STAMPA
Il Circolo di Cassina De' Pecchi di Sinistra Ecologia Libertà esprime la solidarietà ai familiari dell'operaio rumeno morto nell’incidente sul lavoro il 2 febbraio presso la Dielle di Cassina .
Anche da noi è arrivata la terribile realtà dei morti sul lavoro, che in Italia causa oltre 1000 decessi l’anno. SEL chiede al Sindaco, all’Amministrazione, ai Partiti e Movimenti democratici di Cassina di farsi promotori di una più pressante e continua verifica della condizioni di sicurezza nel luoghi di lavoro su tutto il territorio comunale.
Proponiamo inoltre che il prossimo consiglio comunale aperto dedicato a Nokia-Siemens-Competence si apra con un minuto di silenzio in ricordo di Toma Mihai.
SEL Cassina De' Pecchi
mercoledì 2 febbraio 2011
Comunicato sindacale su Competence
“Una settimana di mobilitazione straordinaria per salvare la produzione e l'occupazione dei 1.400 lavoratori degli stabilimenti di Marcianise e Cassina de Pecchi”
Il Coordinamento nazionale unitario di Competence si è riunito d'urgenza per affrontare una discussione sullo stato dell'azienda e per assumere delle decisioni in merito.
La situazione dell'azienda continua a peggiorare drammaticamente. Cresce l'indebitamento sino al punto da pregiudicare la fornitura dei materiali per la produzione delle commesse, così come prosegue il pesante ricorso alla Cassa integrazione.
Inoltre a tutt'oggi non vi è nessun intervento serio di ricapitalizzazione da parte di Jabil e del fondo Mercatech, disattendendo appieno il Piano industriale presentato a giugno al Mise. In questo quadro Competence rischia il fallimento, cosa che cancellerebbe drammaticamente gli stabilimenti di Marcianise (CE) e Cassina de Pecchi (MI) con la perdita di 1.400 posti di lavoro. FIM FIOM e UILM ritengono inaccettabile questa situazione, e per tutelare il patrimonio industriale, e salvaguardare l'occupazione dei 1.400 dipendenti è necessario una assunzione vera di responsabilità da parte di JABIL e MERCATECH, per un rilancio dell’azienda attraverso la definizione di un nuovo piano industriale che davvero si concretizzi in attività industriali vere abdicando ogni logica di mero scopo finanziario che stanno pagando i lavoratori.
FIM FIOM UILM nazionali e il Coordinamento hanno deciso di organizzare le seguenti iniziative:
1. Conferenza stampa per denunciare quanto avviene ai lavoratori Competence e puntare i riflettori nei confronti delle multinazionali che abbandonano il paese lasciando i disastri, come in questa vicenda JABIL- Fondo MERCATECH.
Assemblee permanenti dei lavoratori e delle lavoratrici dei siti di Marcianise e Cassina de Pecchi, salvaguardare il patrimonio aziendale dei due stabilimenti.
2. Richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di un incontro urgente per avere dal Governo un impegno immediato per garantire la prosecuzione delle attività industriali e la salvaguardia dell'occupazione. Chiediamo inoltre al Governo un intervento deciso nei confronti di JABIL.
JABIL è direttamente implicata nel disastro Competence e non può sottrarsi alle sue responsabilità, in quanto emergono forti dubbi di legalità nei conti economici. Questa condizione sta portando ad un degenerare della vertenza che potrebbe aprire un conflitto sociale soprattutto nell’area casertana, già pesantemente defraudata dalle multinazionali.
JABIL non può esimersi da precise responsabilità.
FIM FIOM UILM chiedono alle Regioni, alle Provincie ed ai Comuni che siano parte attiva garantendo il massimo impegno e la massima vicinanza ai lavoratori ed alle lavoratrici degli stabilimenti Competence. In gioco c’è il futuro di 1.400 dipendenti e delle loro famiglie.
Coordinamento nazionale Rsu Fim, Fiom, Uilm Competence
Roma, 31 gennaio 2011
martedì 1 febbraio 2011
Svastiche sui manifesti dell'ANPI
lunedì 24 gennaio 2011
La piccola Malpensa non riesce ancora a riprendere quota
Un jumbo in partenza dall'aeroporto di Malpensa |
MARCO ALFIERI - lastampa.it
Non è un deserto come qualcuno paventava, ma uno scalo certamente rimpicciolito. Malpensa tre anni dopo la fuga di Alitalia, quando la Magliana in pochi giorni passa da 1238 voli settimanali a 163, è tornata a crescere. Eppure i grandi numeri di un tempo restano un miraggio, nonostante la vulgata politica descriva un aeroporto balzato magicamente all’antico splendore, dopo aver ricacciato l’invasore francese a cui il governo Prodi voleva «regalare» la compagnia di bandiera.
Prospettiva diversa
A dirlo è il consuntivo di Assaeroporti. Nel 2010 a Malpensa sono transitati 18,7milioni di passeggeri (+7,9% sul 2009). Ma confrontati con le stime 2007, l’ultima stagione omogenea prima del de-hubbing di Alitalia, la prospettiva è diversa.Malpensa faceva 23,8milioni di passeggeri, Fiumicino 32,9. Oggi lo scalo romano, la casa di Alitalia, ne trasporta 35 (+7,5% sul 2009), quello lombardo quasi diciannove. Poco più dellametà.
Recuperare
Pur recuperando i due terzi del traffico persi da Alitalia e crescendo un po’ più della media degli scali italiani (pari a +7%), l’aeroporto milanese rimane quindi 5 milioni sotto il traffico passeggeri rispetto a quando la Magliana era il suo vettore di riferimento. Si tratta di un meno 20% che pesa perché il gap è impossibile da recuperare se la politica non darà una mano. Dopo tutta la fatica fatta per evitare il default, i primi ad essere arrabbiati con il governo dovrebbero essere proprio i vertici di Sea, la società che gestisce gli scali milanesi.
In questo biennio il management guidato da Giuseppe Bonomi si è mosso bene: ha saputo aumentare da 77 a 110 il numero di compagnie che volano da Malpensa, necessarie a tappare la voragine aperta da Alitalia, ha spinto il boom dei vettori low cost (Easyjet ha tagliato la quota record di 5,1 milioni di passeggeri) riportando le destinazioni totali coperte dallo scalo (168) ai livelli del 2007, ha sfruttato le nuove rotte aperte da Lufthansa Italia (2,2 milioni di imbarchi nel 2010), ha ristabilito il volo con New Delhi, aumentato le frequenze verso Dubai firmate Emirates e puntato sulla ricettività (domani apre lo Sheraton Milan Malpensa).
Inoltre, da fine marzo, Gulf Air attiverà ilMilano- Bahrein, da giugno Air China inaugurerà ilMalpensa-Pechino, Cathay Pacific il giornaliero su Hong Kong e Ethiad Airways incrementerà le frequenze su Abu Dhabi. L’obiettivo è superare nel 2011 le 170 destinazioni.
Interessi da proteggere
Un efficace attivismo che rischia però di sbattere contro un governo che continua a proteggere gli interessi della nuova Alitalia e del suo alleato francese. Pur rinegoziando diversi accordi bilaterali (17) su Malpensa, necessari ad aprire nuove rotte internazionali, il salvataggio Alitalia si è portato dietro la sospensione antitrust sulla navetta dalle uova d’oro, la tratta Milano Linate-Roma Fiumicino, di cui il vettore tricolore dispone in monopolio.
Non bastasse, qualche settimana fa il governo ha bloccato la richiesta di Singapore Airlines di proseguire il proprio volo Singapore- Milano fino a New York. Avrebbe garantito l’alimentazione dal ricco bacino del Far East, primo passo per tornare ad essere un aeroporto hub.
Piano Scala
A volerlo, oltre a Sea, è soprattutto Lufthansa, che nell’aprile 2008 ha firmato con il gestore milanese una vera e propria partnership, il Piano Scala: dal gennaio 2009 i tedeschi hanno basato a Malpensa 9 Airbus A319 attivando 15 destinazioni italiane ed europee e affittato, attraverso Lufthansa Technik, l’hangar per la manutenzione aeromobili.
Lo scopo del colosso di Francoforte è diventare nel giro di 3-4 anni il nuovo hub carrier dello scalo lombardo, imbarcandolo nella sua strategia multihub (dopo Francoforte,Monaco, Zurigo, Bruxelles e Vienna). Ma solo a patto di garantire «libera concorrenza tra tutte le compagnie aeree; nessuna distorsione attraversomonopoli tollerati a livello politico; e soluzioni efficienti dei trasporti di terra da e per Malpensa», come ripete spesso la vice presidente della divisione italiana, Heike Birlenbach.
Infrastrutture
Sull’ultimo punto qualcosa si è fatto, anche se in ritardo: è stata aperta la bretella Malpensa-Boffalora che collega lo scalo con l’autostrada Torino-Milano; è stato inaugurato il tunnel di Castellanza che riduce i tempi di percorrenza del Malpensa Express, e il collegamento dalla stazione Centrale di Milano. «Ma sul resto la politica italiana latita », spiegano fonti tedesche.
«A Malpensa concede di riempire i vuoti lasciati da Alitalia, ma non di far basare un grande vettore concorrente di Air France sul lungo raggio capace di attrarre il ricco traffico business padano». Che poi è la vera ragione dell’investimento di Lufthansa. In sostanza: come fanno i tedeschi ad alimentare il proprio network italiano, rilanciando la vocazione hub dell’aeroporto ambrosiano, se il governo protegge il monopolio Alitalia su Linate? Così Lufthansa comincia a guardarsi in giro, ha deciso di comperare la scandinava Sas.
Andrà più stabilmente dove le condizioni paese saranno migliori. Dilatando i tempi del Piano Scala. Nel 2010 Lufthansa avrebbe potuto inserire su Malpensa un primo volo a lungo raggio, ma non l’ha fatto. A Sea non resta che puntare sulla costruzione della terza pista per tornare in futuro alla sua vocazione hub. Per tappare i buchi del de-hubbing Bonomi ha dovuto vendere gli slot pregiati: se oggi una compagnia volesse basare il proprio network di lungo raggio, non avrebbe spazio per svilupparlo.
Tre anni dopo
Quando Silvio Berlusconi costruì la cordata dei «patrioti» Cai Roberto Formigoni e LetiziaMoratti salutarono l’evento come un successo e un punto di chiarezza dopo gli anni dell’impossibile doppio hub Milano-Roma: una nuovaAlitalia che sceglie Fiumicino come base operativa, e una Malpensa libera di attrarre un’altra compagnia di riferimento.
Ma dopo quasi 3 anni a Palazzo Chigi del governo più nordista della storia repubblicana, i numeri dicono cose un po’ diverse. Malpensa cresce e recupera traffico ma sul medio raggio Ue e sul segmento low cost. Ossia su destinazioni coperte con aerei più piccoli e con meno frequenze settimanali perché alimentate «point to point» dalla sola domanda del bacino locale, senza l’apporto dei «transiti» del modello hub, che salda tipicamente network di breve-medio raggio e quelli di lungo garantiti da un vettore di riferimento.
Perdita secca
Secondo il professor Roberto Zucchetti della Bocconi, fatto cento il benchmark Londra in termini di accessibilità internazionale, Malpensa dal 2005 ha perso 8 punti in connettività diretta. Il traffico internazionale non a caso è sotto del 27% rispetto al 2007, pur crescendo nei collegamenti verso l’Asia. Nel frattempo Alitalia incassa commissioni d’oro per far transitare 1,5 milioni di passeggeri business padani da Parigi.
Per andare a Los Angeles, Washington o Buenos Aires, oggi la strada più breve è passare dalla Francia. Per questo quel -20% di traffico oggi come oggi rimane inscalfibile. Malpensa è tornato un buon aeroporto ma di seconda fascia, almeno per ora distante dall’hub di tutte le Padanie vagheggiato dal fronte del Nord.