sabato 19 marzo 2011

L'Unità parziale

Alla celebrazione istituzionale del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, svoltasi ieri mattina con la cerimonia dell'alzabandiera, ancora una volta è emerso il contrasto tra la parte responsabile della maggioranza, rappresentata dal vicesindaco Parati, autore di un intervento serio, non retorico e condivisibile, e la componente anti-istituzionale ed anti-italiana di cui massimo rappresentante è il Sindaco, On.le Claudio D'Amico.

Come già annunciato nel consiglio comunale straordinario sul tema, il Sindaco non ha presenziato al momento istituzionale dell'alzabandiera e dell'inno.


Quello che, secondo noi, il Sindaco dovrebbe capire è che il suo ruolo è quello di rappresentante di tutti i cittadini, non di una minoranza culturale e politica. Se le sue convinzioni personali sono frutto di disagio interiore, ha sempre la possibilità di fare un passo indietro. La candidatura a Sindaco, infatti, non è certo imposta dalla legge, ma è frutto di un moto volontario personale. Nel momento in cui si assume l'incarico, è necessario adempiere agli obblighi legislativi, istituzionali e di rappresentanza che questo prevede.

Il ruolo di deputato è, da questo punto di vista, infinitamente più libero, oltre che molto meglio retribuito. Il Sindaco è rappresentante di un'istituzione, il Comune, mentre il deputato, non avendo l'incarico di rappresentare un'istituzione, non cessa mai di essere di parte.


Chiediamo, quindi, all'Onorevole D'Amico di fare una scelta: o continuare a fare il Sindaco, assumendosi, oltre gli onori, anche gli oneri, anche se stridenti con le sue personali convinzioni politiche, oppure di fare solo il parlamentare, dimettendosi da Sindaco. Permetterebbe, così, ad un altro cittadino di svolgere più seriamente, con più dedizione e con più rispetto istituzionale questo importante incarico.



Alessandro Simeone

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